I ragazzi di oggi, irresponsabili vittime del covid, e gli eroi di ieri

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I ragazzi di oggi, irresponsabili vittime del covid, e gli eroi di ieri

I ragazzi di oggi, irresponsabili vittime del covid, e gli eroi di ieri

29 Agosto 2020

Nelle giornate attorno a Ferragosto sono capitato in un sito dedicato alla Guerra di Secessione Americana ed in particolare ai Brigadieri Generali dell’ Esercito Confederato con tanto di foto in divisa, luogo del decesso in battaglia e di sepoltura. Molti di quei Generali erano arrivati a conseguire quel grado (il nostro Generale di Brigata) per meriti di guerra a 28 anni, età in cui persero la vita.
Qualche anno prima, nel 1849 a Roma combattendo contro i Francesi, era morto eroicamente, all’età di anni 21, l’aiutante di Giuseppe Garibaldi Capitano Goffredo Mameli, autore delle parole di quell’Inno di Mameli  che sarebbe diventato dopo la Seconda Guerra Mondiale l’Inno Nazionale della Repubblica Italiana.
Venendo più vicino a noi milioni di italiani hanno fatto in tempo a conoscere e ad amare i loro nonni che nel 1899 (i Ragazzi del 99) vennero mandati diciottenni in prima linea per arginare sul Piave l’avanzata austro-ungarica dopo la disfatta dell’Esercito Italiano a Caporetto.
Sfogliando i giornali di questa mattina mi trovo davanti alla ennesima intervista a qualche eroico “ragazzo di 28 anni” reduce dalle vacanze in Costa Smeralda con ritorno via Cortina che piagnucola per aver sottovalutato il rischio del covid che l’ha colpito a tradimento.
Incredibile ma nel nostro giornalismo collettivo ormai dai 14  sino ai 30 anni son tutti ragazzi, vittime e complici irresponsabilità di un sistema che li abitua a pensare che la colpa sia sempre di qualcun altro, eterni fanciulli, coccolati come tali, che non diventeranno mai adulti.
Voglio allora ricordare ai media che nella lingua italiana “ragazzo” è un “giovane che ha superato l’infanzia e non è ancora entrato nella adolescenza” : almeno chiamiamo quelli che da tantissimi anni hanno raggiunto la maggiore età giovanotte o giovanotti, sperando che almeno dopo i 40 si possa entrare nella categoria giornalistica delle donne e degli uomini adulti.