I Repubblicani non devono cadere nel tranello delle tasse bipartisan

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I Repubblicani non devono cadere nel tranello delle tasse bipartisan

23 Giugno 2011

L’obiettivo principale della sinistra americana è quello di sedurre gli elettori Repubblicani perché  accettino un aumento delle tasse. In parole povere, perchè gli obiettivi dei Democratici possano vedere la luce del sole, hanno bisogno di aumentare  le entrate fiscali verso Washington. L’elemento più importante in questa prospettiva (dal punto di vista Democratico) è l’impossibilità di sviluppare un livello di spesa superiore ai livelli attuali senza ricorrere a un massiccio incremento della pressione fiscale.

Ovviamente i Democratici possono finanziare la spesa in deficit, ma è ormai chiaro che sia stato raggiunto un livello – tanto economico che politico – dove deficit più alti non sono più un’opzione politica percorribile. E su questo punto si arriva al vero problema della sinistra americana. Un aumento delle tasse non è generalmente considerata una misura popolare agli occhi degli elettori e i politici che fanno campagna elettorale con in programma tasse più alte non hanno un grande successo.

Ciò spiega perché i Democratici, se desiderano ottenere maggiori introiti fiscali ed evitare ripercussioni politiche, devono convincere gli esponenti del GOP (Repubblicani), a essere parte integrante del progetto (il giornale The Hill ha riportato che “la strategia dei Democratici è cambiata, basandosi su un punto chiave: spingere i Repubblicani a violare l’impegno di non aumentare le tasse nel quadro dell’iniziativa Americans for Tax Reform”). E’ facile capire perché la sinistra statunitense voglia che il GOP abbandoni il suo impegno politico contro la possibilità di nuove tasse. 

Gli elettori oggi pensano che i Democratici vogliano aumentar loro le tasse, e che i Repubblicani vogliano invece proteggerli. Questo è il vero capitale politico dei Repubblicani in questo momento. Se invece certi Repubblicani ottusi finissero col farsi convincere dai Democratici sul capitolo tasse, allora la dinamica politica si capovolgerebbe completamente. Improvvisamente gli elettori avrebbero un grande incentivo a mettersi al riparo da un’eventuale stangata fiscale, e a sostenere tasse solo per i più ricchi. Su questo terreno però i Democratici hanno un chiaro vantaggio strategico.

I Democratici hanno già dimostrato la loro volontà di imporre tasse più alte ai contribuenti con alto reddito anche senza l’appoggio dei Repubblicani. Ma certo i Democratici preferirebbero incastrare il GOP con un accordo bipartisan. Comunque anche gli aumenti fiscali in stile “spremi i ricchi” generano una vasta opposizione nel pubblico americano. Detto semplicemente, gli elettori sospettano che tasse più alte sui c.d. ‘ricchi’, possano tradursi alla fine in tasse più alte per tutti.

Ma anche se riuscissero unilateralmente ad imporre tasse da "lotta di classe" sui contribuenti più abbienti, ciò non risolverebbe il problema della sinistra americana. I Democratici non lo ammetterebbero mai pubblicamente, ma i furbi di quel campo capiscono perfettamente che ci sono due ragioni molto forti che spiegano perché gli aumenti delle tasse “spremi i ricchi”, non aumenteranno gli introiti:

1.     Non c’è abbastanza gente ricca per finanziare la spesa pubblica. Secondo gli ultimi dati del IRS (del 2008) ci sono circa 321.000 nuclei familiari con un reddito maggiore di 1 milione di dollari annuali. Ed essi hanno un reddito tassabile aggregato di soli 1 trilione di dollari. Si tratta di molti soldi certamente, una somma che però non riuscirebbe a riequilibrare il bilancio anche qualora il governo riuscisse a confiscare ogni singolo centesimo (una scelta che comunque avrebbe conseguenze catastrofiche sulla volontà dei più ricchi a guadagnare e dichiarare il proprio reddito negli anni a venire) .

2.    I contribuenti più ricchi cambierebbero il loro comportamento per evitare gli aumenti delle tasse. Questo è l’effetto della c.d. “Curva di Laffer”, che spiega come una pressione fiscale più alta non aumentai di per sé gli introiti sperati perché le persone rispondono a tali stimoli fiscali, riducendo l’ammontare di reddito che sono disposti a guadagnare e dichiarare. La Curva di Laffer è particolarmente forte per i contribuenti ad alto reddito perché le persone ricche hanno un accesso maggiore ad avvocati, lobbisti, e contabili. Inoltre si consideri anche che è molto più probabile che la gente ricca guadagni da investimenti da capitale (interessi, dividendi, reddito da capitali, ecc.) ed è molto più semplice controllarne tempistica, livello e composizione di quegli stessi redditi.

Questo non significa che la sinistra non spingerà per aumenti di tasse da lotta di classe. Lo farà lo stesso. Ma il motore del loro agire sarà squisitamente politico, e non legato a un aumento delle entrate.

Questo spiega perché, guardando alla situazione fiscale nel lungo periodo, la sinistra americana abbia  bisogno di una imposta sul valore aggiunto (VAT, value-added tax). L’IVA è l’unico modo realistico di aggregare il vasto ammontare di introiti che sarebbe necessario per finanziare i benefici dei diritti promessi. (Fine della 1a Puntata. Continua…)

Tratto da The Commentator, il partner britannico de L’Occidentale

Traduzione di Sergio Miracola e Edoardo Ferrazzani