I salvataggi bancari azzoppano i conti di Stato e famiglie: la pesante eredità di Padoan & Co.

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I salvataggi bancari azzoppano i conti di Stato e famiglie: la pesante eredità di Padoan & Co.

15 Aprile 2018

Lo sapevamo già, ma ora è ufficiale: il salvataggio delle Banche Venete ha peggiorato i conti dello Stato. Secondo l’Eurostat, infatti, i costi del salvataggio peseranno per 4,7 miliardi di euro sul deficit e per 11,2 miliardi di euro sul debito italiano del 2017. Di conseguenza, la decisione dell’Istituto europeo di statistica di far contabilizzare nei conti pubblici italiani del 2017 circa 12 miliardi di euro di aiuti di Stato, ha provocato un’inattesa revisione al rialzo del deficit e del debito rispetto a quanto stimato dal governo uscente.

Ma non è tutto. Secondo i dati diffusi da Istat e Bankitalia, gli aiuti di Stato per i salvataggi delle Venete non hanno certo contribuito al rilancio dell’economia: le spese delle famiglie italiane crescono più del reddito, i risparmi si assottigliano e il tasso di profitto delle imprese scende. Nel primo trimestre 2018, la crescita dell’economia rallenta (+0,2% contro +0,3% di un anno fa) e il rapporto debito-pil 2017 resta inchiodato al 131,8 per cento.

Eppure Padoan (e il Governo appresso) ha provato in tutti i modi a farci credere il contrario, arrivando a dire, durante un question time alla Camera, che la garanzia di Stato nella cessione delle sofferenze di Veneto Banca e Popolare di Vicenza non avrebbe avuto impatti “né sul debito pubblico, né sul deficit”. La realtà è un tantino diversa.

Sicuramente uno scenario meno roseo rispetto a quello descritto in campagna elettorale da Padoan e dai piddini che hanno provato a puntare tutto sulla stabilità della finanza pubblica. Tanto che Maria Elena Boschi, anche dopo la debacle del 4 marzo, con fare da boy scout, è arrivata a dire: “Lasciamo un Paese migliore di quello che abbiamo trovato”. E poco importa se nei tre anni della gestione Padoan il rosso cumulato dallo Stato è cresciuto di 119 miliardi di euro, oppure se, come confermato dall’Osservatorio di Carlo Cottarelli, ex commissario alla spending review, nei prossimi tre anni il debito pubblico crescerà “di ben 55 miliardi in più di quanto sarebbe spiegato dall’andamento del deficit”. Semplici “dettagli” che, però, per gli italiani hanno fatto la differenza.