I “sì, forse, anzi no” tecnici di Elsa Fornero
25 Gennaio 2012
Se dovessimo assegnare un titolo al nostro ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali sarebbe quello di ‘Mrs eterna indecisa’. Sì perché i “sì, forse, anzi no” di Elsa Fornero su temi caldi dell’agenda governativa che stanno animando il dibattito politico sin dalla sua nomina all’interno della squadra tecnica di Monti si fanno sempre più repentini.
Inizialmente oggetto di dietro front fu la riforma delle pensioni. Occupata da qualche giorno la poltrona lasciata da Maurizio Sacconi la neoministra esordì così: “E’ stata già fatta dal precedente esecutivo. Ed è uno degli elementi positivi, sui quali può contare il Paese. Al massimo bisogna accelerare un po’ i tempi. Le riforme ci sono e il sistema è praticamente in equilibrio”. Elsa dixit. Salvo poi, meno di due settimane dopo, fare marcia indietro e modificare qualche punto del capitolo previdenza. Innanzitutto prevedendo il passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo, aumentando da subito il periodo di contribuzione minimo per poter beneficiare della pensione di anzianità. Ancora, pensionando dal 2018 le lavoratrici ed i lavoratori dipendenti a partire dai 66 anni, prevedendo il blocco dell’adeguamento all’inflazione per gli anni 2012 e 2013 per tutte le pensioni superiori ai 936 euro e facendo scomparire le finestre mobili d’uscita che sono riassorbite nell’età anagrafica richiesta per la pensione di vecchiaia. Bazzecole insomma.
Altro giro altra corsa. Il controverso articolo 18 dello statuto dei lavoratori. Il 18 dicembre scorso, in un’intervista al Corriere la Fornero, ops, il ministro Fornero aveva dichiarato: “Non ci sono totem e quindi invito i sindacati a fare discussioni intellettualmente oneste e aperte” che aveva fatto sollevare il ‘nessuno tocchi l’articolo 18’ di Cgil, Cisl e Uil diceva. Ma era già pronta a sbucare da dietro l’angolo la smentita. Nel salotto di Vespa il ministro del Lavoro ha fatto presto a ‘precisare’ che non era vero niente e che addirittura non aveva mai pensato nulla a proposito dell’articolo 18. “Sono stata ingenua. I giornalisti sono bravissimi a tendere trappole e io ci sono caduta. Il mio era solo un invito a parlare di un problema in maniera piena”. Riecco il passo del gambero, direte.
Ma non finisce qui. L’ultima frenata è arrivata qualche ora fa, stavolta sul tema delicato della Cassa integrazione. “Va eliminata la cassa integrazione straordinaria”, si leggeva sulle prime pagine dei giorni scorsi. Ma anche stavolta si trattava di un ‘fraintendimento’. Che stupidi, avremmo dovuto capirlo. A testimoniarlo è un’intervista rilasciata dalla ministra ai microfoni del giornale Radio Rai: “E’ stato detto che Fornero vuole eliminare la Cig straordinaria. Non è scritto nel documento e non lo so, vedremo, ne parleremo con i sindacati. Parlare di cassa integrazione e di modifiche alla cassa integrazione mi sembra assolutamente prematuro”.
Insomma, la tecnica di fare un passo avanti e due indietro continua a ripetersi. E ci sembra un ‘vizietto’ molto politico e molto poco tecnico.