I sindacati che paralizzano il Regno Unito aiutano Putin
20 Giugno 2022
In Gran Bretagna stanno crescendo le proteste sociali. La perdita del potere d’acquisto dei lavoratori, causata dall’inflazione ormai vicina al 10% e che dovrebbe attestarsi intorno all’11% a fine anno, sta giocando un ruolo centrale. Il tema è spinoso e si è guadagnato l’apertura del Times. Anche insegnanti e medici potrebbero unirsi agli scioperi proclamati per domani, giovedì e sabato dai sindacati del trasporto pubblico in tutto il Paese. La rivendicazione è degli scioperanti è prevedibile, si chiede un aumento dei salari utile a compensare il carovita.
È stata proprio l’indisponibilità delle aziende a soddisfare tali richieste a spingere i lavoratori e i loro rappresentanti a scioperare. Per i ferrovieri, che chiedevano un salario più alto del 7%, l’offerta è stata un aumento del 3%. Il capo dell’Rmt, di gran lunga il sindacato più combattivo, Mick Lynch, ha lanciato la proposta di uno sciopero generale: sarebbe il primo nel Regno Unito dal 1926.
Boris Johnson non è sicuramente un leader silenzioso che sguscia via dalle critiche evitando le polemiche; tuttavia, la coerenza dimostrata sul dossier Ucraina è da rimarcare. Il Regno Unito, infatti, sta svolgendo un ruolo di guida nel dettare a linea agli altri Paesi occidentali. Se i britannici saranno più deboli, l’Occidente sarà più debole e l’Ucraina rischia di farne le spese, visto lo scarso supporto di molti membri dell’UE. Per questo motivo gli scioperi rischiano di essere un fattore potenzialmente destabilizzante e pericoloso. Paralizzare il Paese inaugurando una stagione di proteste sociali in questo preciso momento storico è un rischio che non va corso.