I sindaci pugliesi protestano contro il piano per il riordino della sanità di Vendola
12 Aprile 2011
di Mino Cardone
Come se non bastassero i già tanti problemi che affliggono il governatore Nichi Vendola sulla questione sanità, stamattina nell’aula consiliare della regione Puglia si è registrata la dura presa di posizione di alcuni sindaci che hanno protestato duramente contro il nuovo Piano di riordino sanitario varato dalla sua Giunta, che prevede tra l’altro la chiusura di ben 18 ospedali pugliesi.
Il presidente del Consiglio Regionale Onofrio Introna si è visto costretto ad interrompere per diversi minuti la seduta perchè i sindaci, presenti in aula come auditori, hanno iniziato ad esternare verbalmente le loro proteste nei confronti del presidente Vendola e dell’assessore alla sanità Tommaso Fiore. Per i sindaci il comportamento del governatore sarebbe vergognoso, vista la sua l’indisponibilità ad ascoltarne le ragioni manifestata attraverso il rifiuto di partecipare agli incontri congiunti, che essi hanno chiesto più volte per discutere della chiusura degli ospedali. L’apice della protesta si è raggiunto quando i sindaci si sono sfilati le loro fasce tricolori appoggiandole sui banchi riservati alla stampa, per poi abbandonare platealmente l’aula. Forme di proteste c’erano state anche prima dell’inizio della seduta, fuori dell’aula da parte di alcuni cittadini che chiedevano a gran voce di rivedere il processo di riordino sanitario.
Nei giorni scorsi, a difesa di questi comuni, era già scesa in campo l’Anci Puglia, che con un suo duro documento aveva dettato le linee da seguire in una vicenda in cui i sindaci si erano sentiti esclusi, sottolineando che il punto da salvaguardare non doveva essere solo il riequilibrio dei conti, ma la riqualificazione del servizio sanitario pugliese, che potrebbe avere effetti controproducenti sulla domanda di salute della gente.
L’Anci, seppure con mille difficoltà, aveva trovato una difficile intesa con la Regione, che è stata portata avanti per circa un paio di mesi, ma successivamente, dopo il piano di rientro del deficit sanitario, le promesse fatte non sono state mantenute. Infatti, nel momento in cui si sarebbe messo mano alla rete ospedaliera, e che sarebbe stato il momento più importante del confronto con i sindaci, Vendola e l’assessore Fiore hanno deciso di non coinvolgere i primi cittadini.
Nel documento l’Anci Puglia, oltre alla disponibilità ad affiancare in giudizio i sindaci, costituendosi nei procedimenti giudiziari che saranno eventualmente avviati contro le chiusure di ospedali disposte dal piano regionale, ha ribadito con forza l’appello a restituire alle Conferenze dei sindaci di ciascuna azienda provinciale e di ciascun distretto aziendale la dignità istituzionale, finora disconosciuta dalla Regione, il ruolo imprescindibile che spetta loro nella determinazione e nel controllo delle politiche sanitarie. Infine, si è sottolineato la necessità di attivare la rete dei servizi territoriali, le RSA, gli Hospice e gli annunciati servizi integrati sostitutivi contestualmente alla chiusura degli ospedali. Il tutto sempre con il coinvolgimento dei sindaci, che potrebbero anche garantire la professionalità dei medici di famiglia, i quali rappresentano un caposaldo del servizio sanitario e che potrebbero trasformarsi in un ulteriore presidio medico territoriale, fermo restando il principio secondo cui il distretto deve sempre garantire i servizi di supporto infermieristico, specialistico, medico, riabilitativo, diagnostico strumentale con tempi di accesso garantiti secondo i protocolli di assistenza.
Solidarietà ai sindaci è stata espressa dai consiglieri regionali Pdl Arnaldo Sala, Pietro Lospinuso e Gianfranco Chiarelli. "Questa mattina la democrazia pugliese ha vissuto una brutta pagina – si legge in una nota congiunta -: né il Presidente della Regione (lo stesso che un tempo capeggiava tutte le proteste e che aveva promesso ai pugliesi una sanità migliore, senza tagli e senza ticket, ed il metodo della “concertazione”) né l’Assessore Fiore (che continua a spadroneggiare sulla Sanità pugliese, nonostante una serie ininterrotta di figuracce, senza essersi nemmeno degnato di farsi eleggere) hanno ricevuto i sindaci di Comuni depredati dei loro Ospedali, per di più- come nel caso dell’area jonico-occidentale – in territori letteralmente desertificati di posti-letto, Reparti e Servizi. Ove si consideri che la voce di quelle Comunità, come peraltro dell’intera Puglia, non è mai stata ascoltata in questi mesi in cui si operavano sulla loro pelle tagli spietati, questa manifestazione di arroganza del potere è intollerabile".