I tabaccai: siamo il bancomat dei criminali

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I tabaccai: siamo il bancomat dei criminali

I tabaccai: siamo il bancomat dei criminali

29 Ottobre 2007

Una “specie a rischio di estinzione”, che ogni anno raccoglie per conto dello Stato circa 55 miliardi di euro, e che dallo Stato si sente abbandonata dopo aver scalato la classifica delle vittime delle categorie bersaglio della criminalità. Si tratta dei tabaccai, “esattori” preziosi per le casse pubbliche, che oggi – dopo l’ennesima uccisione di un collega – si sono radunati in ottomila in piazza Barberini a Roma, per reclamare dal Ministero dell’Interno attenzione e tutela.

Solo nell’anno in corso gli attacchi criminali perpetrati ai danni delle tabaccherie italiane e denunciati alle autorità competenti hanno superato quota 1.200, e il timore, se anche la statistica, oltre alla matematica, non è un’opinione, è che lo sconfortante bilancio sia destinato a salire. Il trend è infatti preoccupante: nei primi sei mesi del 2007 i reati subiti dai tabaccai sono aumentati del 10,5 per cento rispetto al 2006, e addirittura del 22,3 per cento rispetto al 2005. Se a questo dato si aggiunge l’elevato numero di aggressioni che soprattutto al Sud, come denuncia la Fit, federazione nazionale di categoria, ormai non vengono neanche più denunciate, il bollettino raggiunge proporzioni da guerra civile.

Perché questo accanimento da parte di rapinatori e affini? Semplice: perché i tabaccai fungono da “esattori”, per conto dello Stato, nella vendita al pubblico di valori bollati, giochi e tabacchi. Per poi versare alle casse pubbliche, sommando tasse e balzelli d’ogni ordine e grado, “circa il 90 per cento di quanto incassato”, come spiega Giovanni Risso, presidente della Fit. A fronte di tutto ciò, però, “non solo lo Stato non garantisce la nostra sicurezza – denuncia il rappresentante di categoria -; non solo da mesi avevamo chiesto invano un incontro con il ministro dell’Interno; ma dopo le rapine, dopo che i titolari ci lasciano la pelle, lo Stato si presenta a reclamare i propri soldi, quelli che al tabaccaio sono stati rubati”.

A fronte di una simile situazione, è agevole comprendere come la partecipazione in piazza Barberini, dove i tabaccai sono arrivati sfilando da piazza della Repubblica, sia stata massiccia. Tant’è che puntuale, nel corso della manifestazione, è arrivata la convocazione al Viminale, dove ad attendere la delegazione di rappresentanti della categoria c’era il viceministro diessino Marco Minniti, che alla presenza del vicecapo della Polizia e direttore della Criminalpol, Nicola Cavaliere, ha promesso l’avvio di un dialogo e la valutazione delle istanze avanzate dai tabaccai ormai esasperati.

Fra le richieste presentate al governo dalla Fit, in particolare si sollecitano prevenzione e presenza sul territorio da parte delle forze dell’ordine, agevolazioni fiscali per i rivenditori di generi di monopolio che investono in sistemi di sicurezza passiva, incentivi per l’utilizzo di strumenti di pagamento con moneta elettronica, l’inserimento dei rivenditori di generi di monopolio vittime del lavoro, e dei loro familiari superstiti, tra i beneficiari delle misure in favore delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata, e, infine, la certezza di una pena effettiva per i criminali.

Di promesse e attestazioni di solidarietà dopo la manifestazione ne sono arrivate tante. Come sempre, il vero banco di prova sarà quello degli interventi concreti.