I terremoti non si prevedono ma si prevengono

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I terremoti non si prevedono ma si prevengono

06 Aprile 2009

E’ fuorviante e anche inopportuna la polemica che sta prendendo piede in queste ore sulla prevedibilità dei terremoti. Soprattutto appare fuori luogo l’individuazione di un "anti-Bertolaso" nella persona del ricercatore a cui si attribusice la previsione del sisma di questa notte.

Giampaolo Giuliani è sicuramente una brava persona e in buona fede, ma oggi non ci sembra il momento per lui di pretendere delle scuse da questo o da quello.  Tantomeno ci sembra utile contrapporre Giuliani a chi in queste ore ha la responsabilità dei soccorsi e degli aiuti.

Anche la dichiarazione della presidente della Provincia dell’Aquila, Stefania Pezzopane, secondo la quale il governo sarebbe responsabile di aver sottovalutato l’allarme, non cotribuisce alla serenità d’animo richiesta nei momenti d’emergenza e soprattutto non corrisponde a verità.

L’intera comunità scientifica mondiale concorda sul fatto che non è possibile prevedere fenomeni sismici al fine di mettere le popolazioni in salvo in anticipo. Non si è in grado infatti di stabilire i tempi, i luoghi e la potenza di un terremoto. Solo una simile precisione infatti renderebbe la previsione valevole per trasferire centinaia di migliaia, se non milioni, di persone da un posto ad una altro allo scopo di proteggerle da un terremoto in arrivo.

Anche la "previsione" di Giuliani, che oggi i giornali si divertono a definire l’anti-Bertolaso, faceva riferimento ad un sisma che doveva verificarsi più di una settimana fa e avere Sulmona come epicentro. Si sarebbe forse dovuto trasferire tutti gli abitanti di Sulmona a L’Aquila dove il terremoto ha colpito più forte? E per quanti giorni si sarebbero dovuti trattenere? E si doveva convincerli con le buone o deportarli a forza?

E’ possibile che le tecniche adottate da Giuliani abbiano un fondamento, ma il terremoto da lui "previsto", poteva accadere in un’altra zona, essere molto più debole o non avvenire affatto. Davanti alla labilità di simili segnali quale potere pubblico si assume la responsabilità di organizzare immense trasumanze di popolazioni, vecchi, bambini, malati, in una drammatica fuga da un terremoto di cui si sa così poco.

Oggi Giuliani si toglie la soddisfazione di chidere le scuse di chi non lo ha ascoltato e parla del peso che costoro avranno sulla loro coscienza. Comprendiamo il suo sconcerto e la sua rabbia, ma gli consigliamo più moderazione. Se dovesse affermarsi l’idea che per non avere pesi sulla coscienza i politici farebbero meglio a seguire qualsiasi allarme e spostare intere popolazione a piacimento non ci sentiremme più protetti.

Meglio sarebbe chiedere agli scienzati e ai politici di sfruttare gli strumenti predittivi che esistono e che consentono di determinare con precisione la sismicità di determinate zone, per fare investimenti di lungo termine a protezione dei centri abitati con adeguate misure antisismiche.

Chi oggi deve fare i conti con la sua coscienza non è Bertolaso, ma chi ha costruito o lasciato costruire case, magari 5 o 10 anni fa, che sono crollate come castelli di carta alla prima scossa di terremoto.