I valori occidentali nelle università di Teheran (e in Italia)

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I valori occidentali nelle università di Teheran (e in Italia)

13 Luglio 2010

A Settembre anche in Iran riaprono le scuole e il ministero dell’educazione ha già in cantiere un nuovo programma di islamizzazione della didattica, per combattere la diffusione dei valori occidentali fra gli studenti del Paese. A scendere in campo saranno mille religiosi sciiti che “avranno il compito di allontanare gli studenti dai complotti dei nemici e degli oppositori”. La “occintossicazione”, l’intossicazione delle giovani menti per mezzo dei valori occidentali, è un vecchio problema della mullocrazia. Non è la prima volta che si dà il via a progetti del genere, come avvenne all’epoca della Rivoluzione Khomeinista quando migliaia di “insegnanti di moralità” furono inviati nelle scuole per diffondere l’ideologia degli ayatollah e cancellare i cascami della cultura troppo occidentalizzata dello Shah.

A farne le spese saranno ovviamente i ragazzi dell’Onda Verde, il movimento di protesta nato dopo la rielezione del Presidente Ahmadinejad, che quest’anno ha pagato un prezzo altissimo fra arresti, desaparecidos, omicidi di giovani attratti da valori come la libertà individuale, la libertà di parola, il diritto allo studio. Che non è semplicemente il salmodiare coranico o la lettura dei grandi classici persiani, ma anche l’analisi di qualche bestseller (occidentale) scritto dai dissidenti iraniani, “Leggere Lolita a Teheran” di Azar Nafisi, per dirne una.

Sarebbe bello se anche i nostri studenti dell’Onda esprimessero solidarietà con il movimento studentesco iraniano. Qualche accenno di sostegno c’è stato, ma poca roba rispetto alle tiritere contro la riforma Gelmini. Ci piacerebbe che i laureandi, mettiamo, della Sapienza, per spirito di corpo diffondessero e difendessero i valori dell’Occidente che i loro coetanei praticano nelle strade e sui tetti di Teheran mettendo a repentaglio la loro vita. C’è solo un piccolo problema. Nel nostro Paese non c’è alcun bisogno di inviare nelle scuole degli “insegnanti di moralità” perché non c’è nessun valore occidentale da eliminare. In tante delle nostre università, non solo fra i discepoli ma anche fra i loro maestri, parlare positivamente di Occidente equivale a bestemmiare, visto che la nostra identità – un’altra parolaccia – ce la siamo bella che dimenticata.

Per cui il consiglio che si può dare ad Ahmadinejad è di far stampare e diffondere nelle università iraniane qualche tomo di critica postcoloniale o qualche saggio postmoderno di quelli che vanno tanto di moda nelle nostre facoltà di lettere o scienze sociali. Vedrà che effetto faranno. La Storia e i valori dell’Occidente spariranno all’istante.