
I vescovi polacchi ci sperano: “Giovanni Paolo II Santo d’Europa!”

25 Novembre 2019
In occasione del trentennale della caduta del muro di Berlino, i vescovi polacchi hanno dimostrato di non aver dimenticato il grande contributo dato dal Pontefice di Wadowice alla liberazione del blocco orientale. Infatti l’arcivescovo Stanislaw Gadecki, presidente della Conferenza episcopale polacca e il suo portavoce don Pawel Rytel-Adrianik, nel corso del convegno promosso dall’Alleanza Cattolica per commemorare il trentesimo anniversario della caduta del muro, hanno richiesto che Giovanni Paolo II venga riconosciuto patrono d’Europa e dottore della Chiesa.
“Solea Roma, che ‘l buon mondo feo, due soli aver, che l’una e l’altra strada facean vedere“. Con queste parole, il Sommo poeta nel sedicesimo canto del Purgatorio ribadiva la sua visione politica, quella dei due soli. Questo teorema era già stato spiegato nel suo saggio politico il De monarchia. Imperatore e Papa non avrebbero dovuto farsi guerra ma, al contrario, collaborare per il bene dell’umanità. L’Imperatore aveva il compito di guidare l’umanità durante la vita terrena e il Papa doveva accompagnarla lungo la vita ultraterrena.
L’Occidente ha visto applicare questa visione solo al tramonto del secolo breve. Quando Ronald Reagan, quarantesimo presidente degli Stati Uniti, e Giovanni Paolo II unirono le proprie forze per abbattere definitivamente il comunismo sovietico e salvare i popoli dell’Europa orientale che da questo erano stati a lungo oppressi.
“Nel 2020 ricorrerà il centenario dalla nascita di San Giovanni Paolo II e il quindicesimo anniversario della sua morte. Il suo fu un pontificato pieno di decisioni rivoluzionarie ed eventi importanti che hanno segnato il volto del papato e cambiato il corso della storia europea e mondiale”. Queste le parole di monsignor Gadecki. “Il suo contributo a permesso la riunificazione dell’Europa, dopo oltre cinquant’anni di divisone rappresentata dalla cortina di ferro”.
Quando ascese al soglio di Pietro, l’allora cinquantottenne Karol Wojtyla si ritrovò davanti una Chiesa in grande difficoltà. Dopo il breve pontificato di Giovanni Paolo I, il clero era ancora profondamente viziato dalla retorica della teologia della liberazione, con alcuni esponenti del clero che non facevano mistero della propria simpatia nei confronti di idee progressiste se non marxiste e socialiste. Il suo pontificato, sul lato dottrinale, riportò il clero alla tradizione pur non sconfessando le tesi post conciliari in ambito liturgico.
La Chiesa di Giovanni Paolo II tornò ad interessarsi concretamente delle vicende umane. Riscoprendo il suo carattere missionario e la sua anima civile. Fondamentale è stato il suo contributo alla liberazione dell’Europa orientale dal comunismo, non va dimenticato il suo supporto nei confronti di Lech Walesa in Polonia e di Vaclav Havel in Cecoslovacchia.
Nel 1981, con la Laborem Exercens, e nel 1991, con la Centesimus Annus, mise in luce le criticità del socialismo reale ma anche di un sistema capitalistico che perde di vista la centralità della persona e della famiglia.
Il suo pontificato ebbe il grande merito di rimarginare le ferite apertesi, negli ultimi secoli, in seno al cristianesimo, arrivando a una pacificazione totale con anglicani e ortodossi. E’ stato, inoltre, il primo pontefice a riconoscere ufficialmente la legittimità dello stato di Israele, chiedendo perdono per i peccati commessi dai cristiani nei confronti dei loro “fratelli maggiori” ebrei.
Giovanni Paolo II riavvicinò l’Europa alle sue radici cristiane. Riportando al centro la vita e la dignità della persona umana, da difendere e conservare a partire dal concepimento fino alla morte e la centralità della famiglia in quanto istituzione naturale scaturita dall’unione tra uomo e donna.
Nessuno più di Karol Wojtyla merita di ascendere a settimo patrono d’Europa. Mai come ora, in cui la Chiesa sembra tornata a prima del 1978, muovendosi con confusione e ambiguità, il vecchio continente ha bisogno di un sole spirituale che lo guidi nella riapertura della propria porta a Cristo.