Il 2009 in Francia sarà l’anno della bioetica

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Il 2009 in Francia sarà l’anno della bioetica

23 Gennaio 2009

Il 2009, in Francia, sarà l’anno della bioetica. È infatti tempo di Stati generali e si è già aperto lo spazio per una discussione pubblica, laica e razionale, su una materia della quale tutti i cittadini fanno esperienza, nessuno escluso. La sintesi nazionale dei lavori (riunioni locali, forum tematici, conferenza conclusiva) sarà poi contenuta in un rapporto finale trasmesso non solo al parlamento ma anche – sorpresa – in prima serata, durante uno speciale televisivo programmato per fine giugno, “diffuso all’orario di massimo ascolto”. Jean Leonetti, presidente del comitato che coordina gli Stati generali, tiene moltissimo a non lasciare la parola solo agli esperti, ai suoi colleghi medici e ai suoi colleghi deputati.

Cardiologo eletto per la terza legislatura all’Assemblea, padre della legge del 22 aprile 2005 “relativa ai diritti dei malati e alla fine della vita” si dice convintissimo “che le questioni bioetiche interessino la gente”. Non si spiegherebbe altrimenti, osserva, “perché esse rappresentino la causa scatenante del confliggere di posizioni e valori”. Leonetti detta al settimanale “la Vie” l’indirizzo principale del processo di revisione della Legge, revisione in scadenza nell’anno in corso: “Meglio evitare l’elaborazione di una normativa dettagliata. Una nuova scoperta la invecchierebbe a qualche mese dall’approvazione. E’ più opportuno studiare la rielaborazione di un testo quadro generale: fungerà da cornice dentro la quale potersi sbizzarrire”. Leonetti ha un metodo. E l’ha sperimentato ancora di recente in Commissione parlamentare, a capo dell’ufficio che si è occupato di eutanasia.

“Serve ascoltare le esperienze di ciascuno. Bisogna invece diffidare delle facili emozioni procurate dai media, in riferimento a questa o quella vicenda in particolare. Occorre fare ragionamenti difficili e prendere decisioni di conseguenza” riassume così il suo modus operandi, l’esponente Ump sindaco di Antibes Juan-les-Pins. Leonetti è un mediatore pragmatico, un umanista concreto: “La politica della bioetica si pone sempre a servizio della persona e alla ricerca del limite, stabilendo regole e sanzioni”.

Liberté, fraternité, “vulnerabilité” umana. Leonetti si schiera apertamente per un ridimensionamento delle pretese della tecnica, compresa la tecnica giuridica, nei confronti della medicina e delle scelte assunte in consapevolezza (dal medico e dal paziente che dialogano tra loro). No all’eutanasia, no all’accanimento terapeutico, sì al sostegno statale alla diffusione dei palliativi. Questi i capisaldi del suo pensiero personale. Forse i dogmi di un cattolico integralista? “Errore. Sì, sono credente. Ma come Louis Pasteur lascio la mia fede fuori dalla porta, ogni qualvolta entro in laboratorio. Sono il deputato di una Repubblica laica. Un’istituzione che non ammette nemmeno l’altro dogma per cui le questioni bioetiche dividono sempre, e solo, credenti e non credenti”.

Gli Stati generali francesi hanno inizio sulla base di questi presupposti. E chissà che non mettano fine a troppe tensioni, alimentate dall’esterno dell’Assemblea nazionale. Mentre a palazzo Bourbon prevale il metodo Leonetti.