Il 2011 della Campania tra cambiamenti, speranze e problemi ancora irrisolti

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Il 2011 della Campania tra cambiamenti, speranze e problemi ancora irrisolti

31 Dicembre 2011

Quando un anno finisce, che piaccia o no, arriva sempre il momento di tirare le somme. Com’è stato il 2011 della Campania? Quali sono le cose da ricordare e quali, invece, quelle da cancellare? Senza dubbio, abbiamo assistito a 12 mesi di luci ed ombre: tanti cambiamenti (alcuni positivi, altri meno), ma anche i soliti problemi, che saranno ereditati dal 2012 che verrà.

La prima vera novità del 2011 ha riguardato senza dubbio Napoli. Dopo i dieci anni di Rosa Russo Iervolino alla guida della città, Palazzo San Giacomo ha cambiato inquilino, ospitando dallo scorso maggio Luigi De Magistris. Quella del sindaco napoletano, è stata una vittoria anomala, probabilmente frutto più della confusione e della debolezza degli avversari che della sua reale forza. Durante la campagna elettorale, il Pd non ne ha azzeccata una e il Pdl ha presentato un candidato forse poco carismatico.

I primi mesi di governo, sono trascorsi via tra promesse e proclami, non sempre andati a buon fine. De Magistris aveva promesso di svuotare la città dalla “monnezza”, ma non ci è ancora riuscito. Aveva promesso austerity e sacrifici dalle istituzioni, e si è dotato di uno staff capace di annoverare ben 17 collaboratori, per non parlare della polemica che ha scatenato con la bagarre Vecchioni-Oddati sul Forum delle Culture 2013. L’ex magistrato partenopeo non poteva certo fare grandi cose in soli sei mesi, ma rispetto alle grandi aspettative create durante la sua campagna elettorale i risultati sono stati, almeno per il momento, piuttosto deludenti.

Spostandoci da Napoli e allargando l’obiettivo sull’intera Regione, il 2011 è stato anche il secondo anno di governo della giunta Caldoro, dopo la vittoria alle elezioni del marzo 2010. Anche in questo caso miracoli era impossibile farne, dal momento che l’attuale governatore ha ereditato una situazione decisamente drammatica. Il buco economico spaventoso, accumulato dalla decennale amministrazione Bassolino, ha lasciato da subito poco spazio all’ottimismo. Nel corso del 2011, risultati concreti ne sono arrivati pochi, ma tra tante ombre, qualche luce si è pur vista.

Lo sblocco dei fondi per la sanità, l’incremento dell’export e del turismo campano, l’aver iniziato a mettere a posto i conti, rappresentano per ora segnali che fanno ben sperare. Certo, per il 2012 c’e’ da fare ancora meglio, magari osando più di quanto non si è fatto fino ad oggi. Napoli a parte, le province campane, ad esempio, reclamano una maggiore attenzione da Palazzo Santa Lucia, considerando che molti dei problemi di Napoli non coincidono con quelli delle altre quattro città.

Nel tirare le somme di questo 2011, c’e’ da fare i conti, poi, con l’eterno problema dei rifiuti. Napoli fa da portabandiera nella poco edificante classifica dei centri campani, sommersi dal problema della spazzatura. Questo 2011 è andato certo meglio dell’”Annus horribilis” 2010 quando la Campania, con Napoli in testa, compariva sui giornali e nei Tg solo con scenari da guerra civile, in mezzo a cumuli di spazzatura. Oggi sembra andare meglio, ma la situazione resta difficile.

Proprio ieri è arrivata, infatti, la notizia che Raphael Rossi non sarà più presidente dell’Asìa, la società che gestisce la raccolta differenziata a Napoli. “Nessuno strappo con la giunta”, ha dichiarato De Magistris, ma certo un cambio al vertice così importante significa che qualche problema deve pur esserci.

Qualche buona notizia è arrivata, invece, da Acerra dove il termovalorizzatore, secondo i dati forniti dall’assessore all’ambiente Giovanni Romano, ha raggiunto in questo 2011 le 600.000 tonnellate di rifiuti smaltiti, portando a casa un risultato decisamente migliore del previsto. Resta il problema dell’incertezza sulle navi cariche di spazzatura napoletana dirette in Olanda (serviranno davvero?) e sulla Tarsu, la tassa sull’immondizia, versata in questo 2011 da meno di un campano su due. Comune e Regione, sembrano guardare in due direzioni diverse per risolvere il problema rifiuti, (Caldoro ad Acerra, De Magistris alle navi olandesi) e intanto, da Bruxelles, continuano ad arrivare moniti allarmanti.

Andando oltre il problema rifiuti, c’è poi da fare i conti con uno stato di salute delle province campane che non fa certo stare tranquilli. Quelle campane, se confrontate con le altre circoscrizioni italiane, continuano, infatti, a passarsela male. Nell’ultima classifica stilata dal Sole 24 Ore, riferibile proprio all’anno 2011, le 5 province campane sono il fanalino di coda in quasi tutte le categorie della speciale classifica. Tenore di vita, Affari e Lavoro, Popolazione: i centri campani non lasciano quasi mai il fondo della graduatoria. Il risultato, non certo incoraggiante, fa segnare comunque un miglioramento rispetto al 2010 e questo dato, seppure ancora poco incoraggiante, può rappresentare quantomeno un segnale positivo per il prossimo anno.

Nell’anno che tra qualche ora andrà in archivio, è andata meglio alla Campania sul fronte dela lotta alla criminalità. Gli arresti di Mario Caterino, esponente di spicco del clan dei casalesi, inserito nella lista dei 25 latitanti più pericolosi d’Italia, avvenuto nel maggio scorso, ha fatto da preambolo alle manette scattate ai polsi di Michele Zagaria, boss dei casalesi assicurato alla giustizia proprio qualche settimana fa. Una vittoria dello Stato, e una sconfitta della malavita campana, non c’e’ dubbio, ma il lavoro da fare è ancora tanto, considerando comunque che negli ultimi 12 mesi i reati sono calati del 3,1%.

Un po’ di ottimismo, è arrivato anche dalla situazione dello stabilimento Fiat di Pomigliano D’arco, dove pochi giorni fa è stata presentata la nuova Panda, prodotta dall’azienda torinese. Il fatto che la nuova utilitaria venga assemblata a Napoli può significare tanto, soprattutto per l’occupazione.

E proprio in ottica occupazionale – soprattutto giovanile – un ruolo importante può e deve essere recitato dall’apprendistato, una pratica troppo poco diffusa in Campania, dove i giovani lavoratori sono decisamente pochi rispetto ad altre realtà della penisola, ma anche solo nel Mezzogiorno. Il recente rapporto elaborato da Confartigianato parla chiaro. La Campania deve svegliarsi e deve farlo in fretta.

A conti fatti dunque, le soddisfazioni più importanti, la Campania, le ha ricevute dallo sport. Il Napoli, protagonista in Campionato e in Champions League, ha calamitato sulla città partenopea, ma in generale sull’intera regione, una ventata di curiosità ed interesse.

Speriamo, a questo punto, che la Campania segua l’esempio della squadra di Mazzarri, che solo cinque anni fa giocava in Serie C ed oggi è tra le prime sedici squadre d’Europa. E’ il più grande augurio per il 2012 e per gli anni a venire.