Il barbatrucco di Daniele Capezzone
03 Maggio 2014
di redazione
Il barbatrucco di Daniele Capezzone: dire che sul Dl Lavoro c’è stato un compromesso al ribasso, accusare il Nuovo Centrodestra di essere sceso a patti, inventarsi una Forza Italia più liberista che mai e pronta alla detassazione totale delle nuove assunzioni. E’ la solita scorciatoia elettorale forzista, fatta da chi ha scelto un’opposizione tanto "responsabile" da aver votato alla Camera le modifiche del decreto Poletti proposte dai conservatori del Pd, cioè dalla parte del partito democratico più vicina alla Cgil… Fatto l’inguacchio, adesso si pensa di rovesciare il tavolo e le responsabilità come se niente fosse. Capezzone e altri lasciano intendere che il sindacato avrebbe imbrigliato il Governo e le forze liberali che ne fanno parte; peccato però che oggi Susanna Camusso si sia lamentata del contrario, cioè del fatto di non aver ottenuto i risultati sperati. Senza dubbio in un governo come l’attuale ogni provvedimento deve nascere da una mediazione, ma Capezzone, sapendo di non aver contribuito a risolvere il problema in modo consono, lo aggira, sparando slogan da campagna elettorale sulla scia di Barbapapà. "Resta di stucco: è un barbatrucco", diceva il celebre cartone animato. Molti italiani se lo ricordano bene.