Il Brasile ha un’altra possibilità per risolvere il caso di Battisti: l’espulsione

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Il Brasile ha un’altra possibilità per risolvere il caso di Battisti: l’espulsione

05 Febbraio 2009

Il Supremo Tribunale Federale sta per giudicare il caso Battisti. Nelle discussioni in corso sono state avanzate solo due ipotesi: estradizione o asilo. Qui, se ne avanza una terza: espulsione. L’asilo è già stato concesso per atto del Ministro della Giustizia. Il Supremo Tribunale Federale non può rivedere il merito di questo atto, in conformità alla decisione di questa stessa Corte in caso analogo. Solamente se l’atto del Ministro fosse giudicato illegale potrebbe essere soggetto a revisione, in base a quel disposto costituzionale secondo il quale la legge non escluderà dalla valutazione del Giudiziario una lesione di diritto.

Il Supremo Tribunale Federale potrà considerare illegale l’atto del Ministro, e decidere che Battisti ha commesso un atto terrorista nel partecipare al gruppo Proletari Armati per il Comunismo (Pac). Tutto ciò dipenderà dall’inclinazione del Supremo Tribunale Federale di affrontare il problema e definire cosa sia “terrorismo” e “pratica di atto terrorista”. “Terrorismo” è termine giuridico, sta nella Costituzione Federale; “pratica di atto terrorista” anche sta nello Statuto dei Rifugiati. Ma da nessuna parte esiste una definizione con forza di norma giuridica di ciò che sia l’uno o l’altro. Se la definizione di questi termini viene a essere di fatto stabilita dal Supremo Tribunale Federale, allora potrà essere che Battisti sia inquadrato come “praticante di atto terrorista”, caso nel quale la concessione di asilo per atto del Ministro della Giustizia avrà violato lo Statuto dei Rifugiati. L’atto del Ministro, così, potrà essere annullato dal Supremo Tribunale Federale.

Annullato in questa forma l’atto del Ministro, il Supremo Tribunale Federale potrà considerare di decidere per l’estradizione di Battisti. Ma il percorso è tortuoso. Si dà il caso infatti che il Trattato di Estradizione tra il Brasile e l’Italia stabilisca che non sarà presa in considerazione la richiesta di estradizione nel caso vi sia il rischio che la persona possa essere sottomessa a pena che viola i suoi diritti fondamentali. Per la Costituzione Federale brasiliana, combinata con il Codice Penale brasiliano, è diritto fondamentale non scontare una pena superiore a trenta anni. Si dà il caso che l’Italia abbia condannato Battisti all’ergastolo. La pena italiana viola la Costituzione Brasiliana, quindi l’estradizione non può essere concessa. Il Trattato di Estradizione tra Brasile e Italia non contempla nessun dispositivo che preveda l’ipotesi del Paese Richiesto che imponga condizioni di estradizione – il che il Supremo Tribunale Federale chiama “modulazione della pena”. Un dispositivo di questo tenore esiste, ad esempio, nel Trattato di estradizione tra Brasile e Stati Uniti.

In assenza di un dispositivo di questo tenore, sarebbe rischioso concedere l’estradizione mediante l’imposizione della modulazione di sentenza, dal momento che, per il Trattato applicabile, l’Italia non è obbligata a adempiere a questa condizione. Avremmo, allora, un Battisti né estradato, né rifugiato. Ma non è ancora questa la fine. In questo caso, resterà a Battisti solo la condizione di straniero, che è soggetta alle regole dell’immigrazione. Dunque, le regole dell’immigrazione prevedono che lo straniero che ha usato documenti falsi per entrare in Brasile, come ha fatto Battisti, sia colpito da espulsione. In questo nuovo quadro, Battisti non sarà né estradato, né riconosciuto come esule, ma espulso. E espulso verso un terzo Paese, che non è l’Italia. O quarto, perché non potrebbe andare neanche in Francia. Se il supremo Tribunale Federale deciderà in questi termini, il Brasile avrà dato a questo caso una soluzione tecnica indiscutibile; l’Italia dovrà continuare a stare dietro al suo cittadino; e Battisti dovrà continuare a lottare per la propria libertà.  

(Traduzione di Maurizio Stefanini)