Il calcioscommesse si allarga alla Serie A e spunta il nome di Daniele De Rossi
03 Giugno 2011
Come in un buon libro giallo, la trama si infittisce. Sono passate poco più di 48 ore dallo scoppio del nuovo scandalo calcioscommesse ma non si riesce a scorgere la fine di una rete sempre più complessa e ramificata. Secondo le ultime ipotesi, ci sarebbe stato una organizzazione di “secondo livello” che si occupava di truccare le partite di Serie A con il possibile coinvolgimento della malavita organizzata. Come se non bastasse, è stato tirato in ballo il “capitan futuro” della Roma e centrocampista della nazionale, Daniele De Rossi.
In pratica, secondo gli inquirenti la rete emersa finora non sarebbe la più importante, ce ne sarebbe un’altra, composta di nomi ben più altisonanti e rilevanti, che si sarebbe occupata della Serie A smuovendo cifre superiori a quelle emerse finora per quanto riguarda la Serie B e la Lega Pro. Proprio per questo il Gip Guido Salvini nell’ordinanza con cui ha disposto l’arresto per 16 tra calciatori, ex calciatori, titolari di agenzie di scommesse e scommettitori, ha scritto che vi è “l’esigenza di ricostruire quali altre partire siano state truccate” da un “meccanismo oliato”. Una ipotesi chiara che forse chiarita meglio grazie agli interrogatori dei sette finiti in carcere che inizieranno oggi.
Il Trait d’union tra le due realtà potrebbe corrispondere al nome di Marco Paoloni. Il portiere della Cremonese e poi del Benevento, che mise il Minias nell’acqua dei suoi compagni per addormentarli, sarebbe il perno dell’organizzazione “minore” e vittima delle minacce degli altri indagati dopo il flop di Inter-Lecce. Le indagini si rivolgono inoltre anche ai conti bancari, al fine di chiarire la provenienza dei soldi, e ricevute di scommesse, pc e assegni sequestrati nelle abitazioni degli arrestati.
I controlli incrociati hanno già prodotto un primo risultato eccellente. Si tratta di Daniele De Rossi, chiamato in causa proprio da Paoloni, durante una telefonata, per la partita Genoa-Roma (finita 4-3) in cui il centrocampista giallorosso, comunque, non giocò perché squalificato. Al momento la telefonata non è stata ritenuta rilevante dagli inquirenti che, anzi, sospettano si tratti di un escamotage di Paoloni per rendersi credibile agli occhi dei suoi creditori.
L’inchiesta, probabilmente, si allargherà ancora. Ci sarebbero Inter, Juve, Fiorentina, Chievo, Bologna, Bari, Brescia, Sampdoria e Lecce nelle carte dell’inchiesta. A quanto pare, sono decine i riferimenti che riconducono alla A. Come quelli relativi a Inter-Lecce e Brescia-Bologna. Soprattutto la seconda è ritenuta più interessante, considerando la precisione con cui il 25 marzo (la partita si giocò il 2 aprile), Diego Bassi (secondo l’ordinanza informatore amico del ds della Nocerina) indica all’ ex giocatore Gianfranco Parlato il risultato esatto di 4 incontri, tra cui questo. La partita di San Siro sarebbe invece citata in diverse telefonate.
Alla luce di queste supposizioni gli investigatori non hanno escluso il coinvolgimento della criminalità organizzata. “Al momento non ci sono prove, ma se un livello superiore esiste – dice un inquirente – allora dobbiamo cambiare tipologia di lavoro. Perchè determinati tipi di meccanismi che consentono di pianificare i risultati in certe categorie, non lo consentono in altre”. Ovvero “se ci sono stati dei movimenti, questi devono esser stati fatti con cifre diverse e ben più significative di quelle emerse finora. E dunque è molto probabile un coinvolgimento della criminalità organizzata, l’unica che può permettersi di movimentare certe cifre”.
Ma se Sparta piange (noi) Atene non ride (il mondo). Solo negli ultimi 10 anni è lunga la lista di scandali e partite truccate. In Germania andò in carcere l’arbitro Robert Hoyzer, reo confesso per delle partite truccate della stagione 2003-2004. In Cina due anni fa si scoprirono 4 “menti” che compravano arbitri e truccavano partite per poi scommettere. Tocca al Cile nel 2006, le puntate e le operazioni vengono gestite dalla mafia russa. Uno scandalo, mai risolto del tutto, c’è anche nella Premiership inglese: un ex calciatore secondo la stampa riesce a truccare una partita in cambio di 65 mila euro per saldare un debito di gioco contratto con un bookmaker. In Portogallo c’è poi “Fischietti d’oro”, con il Porto sospettato di aver ricevuto un trattamento di favore nel 2003-2004. A fine 2009 c’è infine un blitz in 4 nazioni (Gran Bretagna, Germania, Austria e Svizzera) con 15 arresti in Germania e 2 in Svizzera per una mega-inchiesta a livello europeo.
Anche riferendosi alle vicende mondiali si ha l’impressione che ci sarà ancora molto da scoprire e capire sul nuovo caso italiano. Di sicuro, al momento, c’è solo che i principali quotidiani sportivi si occuperanno meno di calciomercato e più di calcio scommesse. Purtroppo.