Il Califfato a Mosul, tra barbe e concubine

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Il Califfato a Mosul, tra barbe e concubine

02 Novembre 2016

Nel corso dell’avanzata dal nord dell’ Iraq verso Mosul, per strappare la città a ISIS, l’esercito iracheno ha ritrovato materiale di propaganda dello Stato islamico che l’agenzia Reuters  ha pubblicato: regole da seguire per il buon cittadino del califfato che prescrivono dalla lunghezza della barba per gli uomini alla possibilità di utilizzare le donne prigioniere come schiave sessuali. 

Benché parte del contenuto fosse già noto in occidente, i volantini e poster ritrovati dalle truppe irachene nei villaggi liberati hanno un unicità, scrive Reuters, evidenziano come l’ISIS abbia cercato di costruire nei territori occupati uno vero e proprio stato, stabilendo leggi, dettando regole di comportamento politico e sociale e imponendo tasse e tributi.

I territori occupati sono stati dunque regolati da un sistema di prescrizioni rigido cosi come è l’estremismo filosofico del Califfato la cui violazioni prevede diverse punizioni; dalle frustate in pubblico, al carcere fino all’esecuzione fuori Mosul “come accaduto a diversi abitanti recentemente fuggiti dalle aree assediate dallo stato islamico” si legge.

In un altro inserto formato tessera di colore verde si dettano le linee guida per pregare in modo corretto. In una foto si mostra un giovane: “lavare i piedi dalla direzione delle dita dei piedi verso il basso per i talloni”. In un altro opuscolo rosa e rosso sono tracciate – nella forma di 32 domande e rispettive risposte – le regole per trattare i prigionieri di sesso femminile.

Gli anziani dello Stato islamico hanno l’autorità per distribuire i prigionieri di sesso femminile tra i combattenti: “Le donne non musulmane possono essere prese come concubine” o “le ragazze in età pre-adolescenziale possono essere prese come concubine: non si possono penetrare ma ci si può comunque divertire con loro”. 

Infine nell’agenzia Reuters si legge che poche sono le forme di intrattenimento permesse sotto la dittatura islamista a Mosul. Assolutamenti vietati sono i cellulari, internet ed ogni forma di comunicazione con il mondo esterno, e l’agenzia sottolinea che per ciò che riguarda i canali satellitari la prescrizione numero 8 recita: “Perché i canali satellitari mostrano storie d’amore, donne nude e usano linguaggi non appropriati” e il numero 10: “Perché fanno apparire normali gli uomini effemminati”.