Il ‘caso Olimpiadi’ dimostra che in Italia non c’è più visione del futuro
15 Febbraio 2012
E’ così anche le Olimpiadi finiscono in archivio. Il governo ha detto no alla possibilità che Roma ospiti i giochi del 2020, un gesto motivato dal fatto che l’organizzazione rischia di gravare troppo sui conti pubblici e, forse, di essere inquinata anche da episodi di malaffare e corruzione.
Probabilmente ha ragione. Resta però il fatto che in Italia ormai si è incapaci di guardare avanti e di avere una visione positiva del futuro. Chissà se Monti ricorda quello che disse Roosevelt nel suo discorso d’insediamento alla Casa Bianca il 4 Marzo 1933.
In un’America devastata dalla “Grande Depressione”, dove il 25% della popolazione era disoccupato e le banche chiudevano, in cui c’era gente che rovistava nella spazzatura e le “bread lines” dei disperati in fila alle mense popolari erano chilometriche, il Presidente affermò come “l’unica cosa di cui dobbiamo avere paura è la paura stessa”, invitando il Paese ad avere speranza ed ottimismo.
In Italia oggi, invece, in un quadro che non è neppure lontanamente paragonabile a quello allora esistente, regna solo sfiducia, pessimismo, unito ad un clima moralista che non promette nulla di buono. Non è difficile, quindi, capire perché sempre meno stranieri vengono ad investire nel nostro Paese.
Come ha detto qualcuno, l’Italia è quella che stasera andrà in scena sul palco del teatro Ariston di Sanremo, dove, nell’era di iTunes con il suo archivio digitale con milioni di brani musicali, il festival della canzone si affida a Morandi e Celentano per risollevare gli ascolti. Del resto, per capire quale sia l’orientamento basta sintonizzarsi su uno dei tanti salotti televisivi in cui gli “opinionisti” ci deliziano con le loro assurdità.
Il presente è marcio, il futuro nero è l’unica soluzione è riscoprire la saggezza contadina, tornare a vivere come i nostri nonni, un mondo puro, fertile e beato che però esiste solo nella loro fantasia, visto che la realtà di quei tempi racconta di miseria, analfabetismo, malattie, malnutrizione ed una criminalità ed una corruzione maggiori di quelli oggi esistenti.
In un mondo che corre a velocità impressionante, l’unica soluzione che noi siamo in grado di proporre è dunque il ritorno al passato. La scuola non funziona ? La colpa è della tecnologia, poco importa però che computer ed iPad stiano alle nostre aule come l’astrofisica sta agli episodi di Star Trek.
Quindi si deve tornare indietro, bando alle lingue straniere e largo alle lezioni imparate a memoria ed allo studio della preistoria – sia mai affrontando la storia contemporanea si venisse a scoprire che la realtà del Medio – Oriente o le vicende della seconda guerra mondiale sono ben diverse da quelle raccontate – e perché no, alla reintroduzione di pennini e calamai.
Se poi i nostri studenti restano arretrati rispetto ai loro colleghi degli altri Paesi perché non hanno nessuna conoscenza della realtà attuale e dei problemi del mondo di oggi questo non è importante, un po’ di retorica sullo spirito di sacrifico e la sobrietà e tutto si aggiusta. La RAI perde ascolti e sempre più italiani abbandonano il video?
La colpa è delle televisioni satellitari, non certo dell’incapacità dei dirigenti dell’azienda di offrire programmi di qualità capaci di stare al passo dei tempi e dell’offerta dei nuovi mezzi di comunicazione. Ed il discorso potrebbe allargarsi a tanti altri settori. Oggi sono state le Olimpiadi ad essere bocciate con la motivazione che i costi di organizzazione sarebbero stati insostenibili per la nostra economia.
Domani per le stesse ragioni toccherà a qualche altra cosa. Il risultato sarà un Paese chiuso ed immobile, che nell’era delle immagini tridimensionali a milioni di colori continuerà a vedere tutto in bianco e nero.