Il caso Strauss-Kahn è stato l’ultimo flop dei professionisti dell’odio
04 Luglio 2011
di redazione
"Dalla enorme mole di articoli sulla vicenda di Dominique Strauss-Kahn mi hanno folgorato poche battute (…): la decisione del giudice è stata pronunciata dopo che l’indagato ha «atteso il suo turno come un criminale comune, seduto su una panchina e guardato a vista da un poliziotto» (…); nonostante abbia offerto una cauzione di un milione di dollari, il giudice ha detto che deve restare in galera, non “ai domiciliari”, “in galera”, perché – semplicemente e banalmente – ci sono gravi indizi che abbia davvero commesso il reato per cui è accusato ed è plausibile che tenti di sottrarsi alla pena. Punto. E basta". (Felice Lima, Il Fatto Quotidiano, 17 Maggio 2011). "Caso Strauss Kahn, la cameriera ha mentito". (Il Fatto Quotidiano, 3 Luglio 2011)