Il Cav. cerca una sponda nel Colle per sanare il conflitto tra poteri dello Stato

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Il Cav. cerca una sponda nel Colle per sanare il conflitto tra poteri dello Stato

11 Febbraio 2011

La priorità per il paese sta in due parole: riforme e governabilità. Berlusconi le mette sul tavolo di Napolitano in un faccia a faccia lungo e “franco” dopo le tensioni dei giorni scorsi ma che non scioglie del tutto il gelo tra i due.  Un’ora al Colle e tuttavia capo dello Stato e premier restano ciascuno sulle proprie posizioni.

Berlusconi spiega che ha il diritto-dovere di governare e portare avanti le riforme nell’interesse dei cittadini, compresa quella della giustizia. E per farlo non può essere ostacolato da una minoranza di magistrati politicizzati che da diciassette anni ha messo in atto quella che definisce una “persecuzione giudiziaria” col sostegno della sinistra e la “complicità” di certi media. Operazione che adesso si sta trasformando in un “golpe morale”. Non c’è alcuna volontà di scontro – spiegano ai piani alti di via dell’Umiltà – anzi, l’intenzione del premier è quella di cercare una sponda nel Colle per sanare una volta per tutte il conflitto tra poteri dello Stato.

Anche perché senza un dialogo costruttivo con il Colle, le iniziative parlamentari già in cantiere – dalle intercettazioni, al processo breve, al ripristino dell’immunità parlamentare – avrebbero un percorso tutt’altro che agevole. Ma nel colloquio con Napolitano, il premier non avrebbe rinunciato a manifestare il suo disappunto su come stanno andando le cose e per come una parte della magistratura stia ostacolando la funzione del premier, cioè di svolgere il ruolo di capo del governo costringendolo a difendersi su più fronti per accuse che considera “del tutto infondate”. A maggior ragione in una fase così delicata per il paese specie sul versante economico. Concetto che vale in particolare per l’agenda delle riforme messe a punto dal centrodestra nel rispetto di ciò che gli elettori con il loro voto hanno sancito democraticamente.

Da parte sua, Napolitano non nasconde preoccupazione per il livello di scontro istituzionale e ribadisce la sollecitazione ad abbassare i toni e ad evitare ulteriori strappi. Quanto al capitolo giustizia, il capo dello Stato avrebbe ribadito al Cav. ciò che prima del faccia a faccia ha esposto nell’incontro con i rappresentanti del Csm. Un concetto che non a caso, il presidente della Repubblica ha voluto anticipare prima di vedere Berlusconi, proprio per ribadire che nella “Costituzione e nella legge possono trovarsi i riferimenti di principio e i canali normativi e procedurali per far valere insieme le ragioni della legalità nel loro necessario rigore e le garanzie del giusto processo”. Fuori da questo quadro – è la chiosa di Napolitano – “ci sono solo le tentazioni di conflitti istituzionali e di strappi mediatici che non possono condurre, per nessuno, a conclusioni di verità e di giustizia”.

Un messaggio chiaro, indirettamente rivolto al Cav. per dire che l’unico modo per rispondere alle accuse è farlo nelle sedi competenti. Berlusconi tiene il punto, non vuole forzature tantomeno andare al muro contro muro eppure ribadisce il concetto di fondo: l’interesse primario del Paese è che gli sia consentito di governare, così come gli elettori hanno democraticamente deciso. Un modo per confermare che non ci sta a farsi cuocere a fuoco lento da pm e inchieste che hanno un solo obiettivo: metterlo fuori da Palazzo Chigi, come nel ’94. E questo anche perché il centrodestra ha la maggioranza in parlamento e punta ad allargarla, il che significa che ci sono tutte le condizioni per andare avanti.

Non a caso Fabrizio Cicchitto dice che non finirà come nel ’93 con Craxi, nonostante il disegno preordinato da forze politiche, toghe politicizzate e parte dei media militanti. Il clima, dunque resta teso ma le diplomazie sono al lavoro per tessere la tela del dialogo.