Il Cav.: “Il Pdl è migliorabile, ma sono soddisfatto. Dopo il voto le riforme”

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Il Cav.: “Il Pdl è migliorabile, ma sono soddisfatto. Dopo il voto le riforme”

23 Marzo 2010

"Il popolo della libertà si chiama proprio così perché è fatto dalla gente, è nato dal basso. È un partito assolutamente democratico che assume ogni decisione non da parte di un monarca, che sarei io, come indicato da qualcuno. È esattamente il contrario". Lo afferma il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in una intervista a "Unomattina" su Rai 1.

"All’interno del partito abbiamo un forma di democrazia assoluta che abbiamo applicato in questo primo anno di lavoro – aggiunge il premier – Qualcuno dice che il partito è da migliorare. Certo tutto si può migliorare ma io sono assolutamente contento e soddisfatto degli organi che ci siamo dati e del modo in cui hanno lavorato quest’anno e penso che potranno lavorare ancora meglio del futuro".

Poi il Cavaliere è passato al dossier riforme. "Sarebbe meglio farle con l’opposizione ma se vorrà cambiare e dialogare seriamente con noi. Ma non lo ha fatto finora", sostiene il presidente del Consiglio domandandosi con chi bisogna parlare "con i riformisti o con gli agitatori di piazza?". Il premier assicura che il Governo ha provato a trovare un dialogo ma che "per tutta risposta ho avuto insulti, minacce, ostruzionismo in Parlamento" con l’opposizione che "è ricorsa al partito delle procure. Se cambia – ha chiosato – ne riparleremo". Per quanto riguarda il presidenzialismo, il Cavaliere sostiene che a decidere debbano essere i cittadini per sapere cosa preferiscano, "se l’elezione diretta del presidente della Repubblica o l’elezione diretta del presidente del Consiglio". 

In un’intervista rilasciata invece al quotidiano "La Stampa", Berlusconi ha confermato invece che la riforma delle aliquote "entrerà in vigore entro il 2013". "Certamente sì – ha risposto Berlusconi – dovremo graduarla, come è logico, in relazione all’andamento della situazione economica. Ma io sono convinto che una riforma delle aliquote sia anche uno strumento fondamentale per favorire la ripresa. Certo, non metteremo in pericolo la stabilità dei conti pubblici".

Confermata anche l’intenzione di realizzare la riforma della giustizia "subito dopo le elezioni". Per Berlusconi si tratta di "un’emergenza per il Paese". Sempre per quanto riguarda le riforme, resta sul tavolo l’ipotesi presidenzialismo: "È una delle cose che vedremo se vale la pena di fare – ha detto – così come vedremo se andare verso l’elezione diretta del Capo dello Stato o del premier. A me sembra, sinceramente, che sarebbe un arricchimento della nostra vita democratica".

Sul tema della successione, Berlusconi ritiene "offensivo parlare di futuro con un leader che è in piena forma e con un indice di apprezzamento al 62 per cento". Sul fronte della crisi economica e sul rischio default afferma: "In verità il default lo avremmo rischiato se avessimo seguito i suggerimenti irresponsabili dell’opposizione. È un grande merito del nostro governo aver saputo gestire la crisi mantenendo i conti pubblici in sicurezza ed evitando di creare situazioni di disagio sociale".

Le famiglie e le imprese però sono in difficoltà. "Lo so – risponde il presidente del Consiglio – ma sono convinto che il peggio sia ormai alle nostre spalle. Abbiamo varato venerdì un decreto incentivi che ha lo scopo di rilanciare i consumi, dare ossigeno alle famiglie, aiutare le imprese a ripartire. Stiamo lavorando a un grande piano di infrastrutture. Ha cominciato proprio in questi giorni l’iter in Parlamento un disegno di legge governativo sulla semplificazione, che significherà minori costi per le imprese e i cittadini, stimati in 750 milioni di euro".