Il Cav. non archivia il Pdl, guarda a Lega e Udc ma senza farsi illusioni
21 Febbraio 2012
Silvio Berlusconi ha deciso che era il momento di intervenire. Troppe polemiche, troppi veleni, troppa confusione nei ranghi di un partito sotto tiro per le tessere sospette e il tormentone dell’ultimora: al voto di maggio solo con liste civiche? Troppo caos. Il vertice a Villa Gernetto è servito a metterci un punto e rilanciare l’unità del partito, quel ‘gioco di squadra’ che è stato l’appello di Alfano.
“Voci fantasiose”, accantona così i rumors sulla possibilità che il Pdl potesse rinunciare al suo simbolo sostenendo liste civiche alle prossime amministrative. Ipotesi non disdegnata da alcuni ex aenne e da qualche ex forzista scontento, convinti che da quella prospettiva fosse più facile raggranellare consensi in una fase in cui i sondaggi danno il partito in calo. Niente di tutto ciò. Il Cav. conferma che il Pdl si presenterà ovunque si vota e potrà avere dalla sua parte ma solo come ‘supporto e non certo in sostituzione’, sul valore aggiunto delle civiche. Come, dove e se presentarle sarà valutato caso per caso, zona per zona. Nonostante la convinzione più volte manifestata ai suoi dello scarso appeal del simbolo nato dalla fusione di due partiti, Berlusconi sa bene che non è questo il momento per affrontare la questione né può consentire che il tema distolga lo stato maggiore dagli obiettivi già fissati: consolidamento della presenza sul territorio, stagione dei congressi che – nel bene e nel male – segnala un cambio di rotta rispetto alla consuetudine, partita per le amministrative, e a livello nazionale la grande sfida delle riforme.
Altra questione sulla quale fare chiarezza è il refrain dei sondaggi che alimenta fibrillazioni interne. Berlusconi ha fornito gli ultimi sondaggi che danno il partito al 23,6 per cento e tuttavia il trend è in crescita. Di qui l’invito a fare squadra ripetuto anche da Alfano impegnato a tenere botta a quello che pare sempre più un attacco (o un tentativo) alla sua segreteria. Sulle alleanze la linea è: guardare con attenzione a Lega e Udc che restano i due ‘orizzonti’ del Pdl ma senza farsi troppe illusioni, visto l’atteggiamento dei colonnelli di Bossi (vedi Calderoli: ‘l’alleanza col Pdl è morta e sepolta’) e Casini che pare più interessato a portare avanti il suo ‘piano’ in chiave 2013 piuttosto che pronto a sedersi attorno a un tavolo e ragionare con Alfano di candidati sindaco condivisi.
Il caso tessere ‘sospette’. Berlusconi chiude la pratica sostenendo che proprio grazie alle regole ferree i pochi furbetti sono stati esclusi e Alfano ribadisce il concetto: eventuali tessere false sono irrilevanti perchè vale il principio “una testa, un voto”. Un modo per placare le polemiche esplose dopo i casi Modena e Bari ma anche per stroncare sul nascere i tentativi di alimentarle magari da parte di qualche dirigente locale che non vede di buon occhio il nuovo corso di Alfano. Che alla fine dei congressi incontrerà insieme al Cav. i 50 coordinatori neo-eletti.
L’altra notizia del rendez-vous serale ad Arcore è che Berlusconi e Alfano vedranno il premier domani: facile ritenere che sul tavolo vi siano le riforme, con in testa quella del mercato del lavoro che il Pdl ritiene strategica (il Pd la sta metabolizzando con un certo fastidio e imbarazzo) e gli altri dossier dell’agenda di governo. A Monti il Cav. conferma il sostegno leale del partito.
Infine un cadeau per i vertici del partito e gli amministratori convocati a Villa Gernetto: un inno fresco di note e parole per il Pdl. Un ‘portafortuna’ per la competizione elettorale di maggio, un auspicio in attesa che dal cantiere dei moderati, possa nascere il Ppe italiano. Con Casini?