Il Cav. punta sul taglio ai costi della politica, bilancio in pareggio nel 2013

Banner Occidentale
Banner Occidentale
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Il Cav. punta sul taglio ai costi della politica, bilancio in pareggio nel 2013

12 Agosto 2011

La manovra sarà “gonfiata” di 20 miliardi per il 2012 e 25 miliardi nel 2013. E’ quanto ha anticipato oggi il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ai rappresentanti degli Enti Locali, in vista dell’approvazione delle misure anti-crisi di stasera in Consiglio dei Ministri.

Un obiettivo di 45 miliardi in più, dunque, che l’Italia deve centrare per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013, così come è stato preteso dalla Bce. Al tavolo di confronto, il premier ha annunciato una serie di misure che avranno lo scopo di ridurre i costi della politica. Nello specifico saranno tagliati 6 miliardi ai ministeri nel 2012 e 2,5 per il 2013. Poi ha confermato che nella manovra ci sarà una "imposta di solidarietà", cioè la cosiddetta “patrimoniale”: si parla di un prelievo tra il 5 e il 10% sui redditi superiori ai 90mila euro.

All’incontro era presente anche il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, che ha chiarito le cifre della manovra: il governo punta a far scendere l’indebitamento dal 3,9% all’1,6% nel 2012, per poi raggiungere il pareggio l’anno successivo. Ha anche aggiunto che l’indebitamento dovrà essere ridotto “attraverso riduzioni della spesa e non con aumenti fiscali, che non verrebbero considerati validi da Bruxelles”. Tra i provvedimenti da adottare c’è la riduzione degli delle province e l’accorpamento dei comuni, un taglio dei trasferimenti agli enti locali di 10 miliardi in due anni – escluso il settore della sanità – e un’anticipazione del federalismo fiscale. Il ministro ha anche parlato di "liberalizzazione dei servizi pubblici locali" e di "incentivi alle privatizzazioni".

Nel frattempo il ministro per le Riforme, Umberto Bossi, che negli ultimi giorni ha mantenuto il punto sulla volontà di non intaccare il sistema previdenziale, ha detto “nessuno oserà toccare le pensioni” finché non ci sarà qualcuno con il pugno più forte del suo. Gli Enti locali, pur garantendo senso di responsabilità, hanno lamentato di essere vittime di tagli per il 50%. In particolare il rappresentante dell’Anci, Gianni Alemanno, ha chiesto "correzioni profonde" per evitare tagli alla spesa sociale. Della stessa opinione anche il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni: "Ulteriori tagli alle Regioni comportano pesanti sacrifici per i cittadini amministrati". Dal canto suo il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, ha annunciato che, se il governo non presenterà al più presto la manovra, il suo partito proporrà un provvedimento alternativo.

Dopo il faccia a faccia fra governo ed Enti locali il parlamentare del Pdl Giuliano Cazzola ha dichiarato che, qualora la manovra dovesse essere “in linea con i suggerimenti della Bce e con il commissariamento effettuato da parte della Unione europea” non avrà alcun dubbio nel votarla. Tuttavia il pidiellino ha sottolineato di essere “preoccupato per gli sbandamenti che emergono nella maggioranza” e di confidare “nell’alta guida del Quirinale”.