Il Cav. punta tutto su Milano e Napoli. Per Fini e Casini è la prova del nove

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Il Cav. punta tutto su Milano e Napoli. Per Fini e Casini è la prova del nove

15 Maggio 2011

Milano e Napoli, Bologna e Torino. Quattro sfide cruciali nella nuova mappa che oggi si riscrive col voto e si ridisegna con le bandierine azzurre e rosse. Ma è su Milano e Napoli che si concentra il significato politico del test amministrativo, l’ultimo prima delle politiche. E per la maggioranza e l’opposizione ci sono molte ragioni, presenti e future, che possono dipendere dall’esito delle urne.

Silvio Berlusconi e il governo si giocano tutto a Milano e Napoli. Il Cav. ancora una volta ci ha messo la faccia caricando sulla corsa per Palazzo Marino una forte valenza politica nazionale. In realtà, al netto del sindaco uscente Letizia Moratti che in municipio vuole restarci per un altro mandato, il voto è anche un referendum pro o contro di lui. Berlusconi lo sa bene e, infatti, nel tour elettorale ha tirato fuori i cavalli di battaglia ‘classici’ di una campagna come quella per le politiche, calibrando il messaggio agli elettori sulle cose fatte dal governo e la road map del prossimo biennio, riforme in testa. Non solo: il voto di oggi dirà molto e di più anche sulla tenuta del governo e dell’alleanza con la Lega. Dopo lo strappo sulla Libia, le tensioni sull’immigrazione, le critiche sul dossier Parmalat, c’è qualcosa che fa ritenere il sodalizio tra il Cav. e il Senatur molto vicino allo schema di una crisi matrimoniale del settimo anno. Non è un caso se il ‘verbo’ leghista da un po’ di tempo suona più o meno così: se si vince è grazie al contributo di tutti, se si perde è colpa del premier. Per questo ciò che oggi uscirà dalle urne, sarà un modo per testare gli equilibri interni dell’alleanza sia nella competizione, legittima, tra Pdl e Lega, sia sul livello di coesione della maggioranza.

Ma non è solo il centrodestra alla ‘prova del nove’. Il Terzo polo al suo ‘battesimo’ elettorale si gioca moltissimo: si gioca il primo autentico responso sul progetto voluto da Casini e seguito da Fini dopo le ‘virate’ del presidente della Camera prima nel Pdl, quindi alla guida dei futuristi, poi in parlamento con la debàcle sulle sfiducie ad personam. Il leader centrista che ha rotto col Cav. e adesso ne parla come si trattasse di un ‘alieno’ è il test che dirà se la rotta è giusta oppure no, se davvero come lui stesso ritiene e va propagandando da mesi, il terzo polo sarà ago della bilancia non solo per adesso, ovvero in caso di ballottaggi, ma anche nel 2013. E Fini? Pure per lui Milano, Napoli, Bologna, Torino, rappresentano un giro di boa per capire se quella futurista è la via da percorrere fino in fondo.

C’è infine un ultimo doppio-test che si gioca tutto all’interno del centrosinistra. Un doppio fronte, aspettando le politiche. Da un lato Pierluigi Bersani, dall’altro Nichi Vendola. Il segretario del Pd si è già ‘auto-indicato’ alla premiership della coalizione tra due anni ma intanto c’è da capire con quale coalizione, se quella con Vendola o quella con Casini, e soprattutto dare forza al suo progetto per battere il Cav. Le urne oggi diranno anche questo, come a che punto è e quanto conta il progetto del governatore della Puglia che in realtà alla leadership del centrosinistra si è già autocandidato da tempo, nonostante le frenate e le ritrosie democrat. Vendola ha lanciato la sua Opa al centrosinistra ma non è detto che sia tutto in discesa se è vero come è vero, che solo con Sel di strada ne farà ben poca e nell’ottica di un’alleanza dovrà saper dosare l’ambizione personale con le ragioni dell’alleanza.

Un voto per tutti, un ‘esame’ per tutti.