Il Censis traccia la mappa della malasanità
07 Dicembre 2007
di redazione
In Italia la salute è ancora diseguale: al Nord si sta meglio e si
hanno più cure, mentre stanno peggio i cittadini che vivono nelle regioni
meridionali.
A confermare questa situazione è il Rapporto sulla situazione
sociale del Paese 2007 del Censis.
Il quadro che emerge, si legge nel Rapporto, “evidenzia un gradiente negativo
nord-sud con un tendenziale peggioramento della situazione della salute dei
cittadini residenti man mano che si procede verso le regioni meridionali”.
E questo, rileva il Censis,
nonostante la struttura per età della popolazione, che determina un
peggioramento degli indici di mortalità all’aumentare del tasso di invecchiamento
tendenzialmente più elevato al nord e al centro. Acquistano inoltre peso
anche altre variabili come la prevenzione, ad esempio, è più diffusa al nord,
mentre il meridione va omologandosi sempre più verso stili di vita a rischio,
oltre a veder crescere problemi di impatto ambientale “fino ad ora – rileva
il Censis – appannaggio delle
aree settentrionali”.
Ma sono le condizioni socio-economiche, si afferma nel Rapporto,
a confermarsi “uno dei fattori più rilevanti nella determinazione della
condizione di salute”. Insomma, è l’analisi del Censis, “la vecchia dicotomia nord-sud, in cui si descrive un
meridione caratterizzato da una popolazione più giovane e quindi
tendenzialmente più sana nonostante un livello di offerta meno soddisfacente,
a fronte di un centro-nord in cui la variabile demografica pesa in modo
decisivo, appare sostanzialmente superata”.
Il Rapporto punta i riflettori, poi, anche sul processo di
regionalizzazione: “La regionalizazione – si afferma – ha per molti aspetti
ratificato le disomogeneità di fatto dei servizi sanitari”. Dopo oltre un
quinquennio di devolution, sottolinea il Censis, “risultano oggi quanto mai necessari interventi e
strumenti mirati a mettere a regime un sistema di governo condiviso tra
ministero e regioni. Il patto per la salute – rileva ancora il Rapporto –
rappresenta una delle pietre angolari di questo nuovo equilibrio, a partire
dalla gestione economica e finanziaria dei servizi sanitari”.