Il congresso di Napoli ha mostrato un Pdl capace di discutere senza dividersi
21 Marzo 2012
Ad urne chiuse e con le nuove nomine assegnate, il Pdl napoletano fa il bilancio del primo congresso cittadino, andato in archivio lunedì. Amedeo Laboccetta, diventando il nuovo coordinatore del partito a Napoli – il senatore Luigi Compagna sarà il vice coordinatore vicario – si lascia alle spalle un lungo mese di confronto affinché nel partito si arrivasse a un comune sostegno della sua candidatura. Ora, la strategia è quella di proseguire tutti insieme per rilanciare l’azione politica del Pdl nella città governata da De Magistris.
Non è stato facile ricomporre il quadro. Si era partiti con tre liste e, quindi, con tre candidati: l’assessore regionale all’Urbanistica, Marcello Taglialatela, e il capogruppo del Pdl in Consiglio provinciale, Francesco De Giovanni, a sfidare il deputato napoletano. Si è arrivati alla fine con Laboccetta unico candidato e con un congresso chiuso all’insegna della voglia di ripartire e rinnovare.
Un percorso complicato anche da qualche polemica di troppo, sulla scia del ‘duello’, a quanto pare rientrato, tra il commissario del partito Francesco Nitto Palma e il governatore della Campania Stefano Caldoro. Proprio la due giorni dello scorso weekend è stata l’occasione colta dal commissario del Pdl per inviare un ramoscello d’ulivo al numero uno di Palazzo Santa Lucia: "Le uniche armi con le quali potrei andare a duello con lui sono due pistole di cioccolata", ha detto con ironia aprendo il congresso napoletano.
Una distensione invocata da tanti e di ha sicuramente bisogno un partito come il Pdl che a Napoli, un risultato incoraggiante, l’ha già incassato: al voto hanno preso parte, infatti, oltre dodicimila aventi diritto, vale a dire circa il 60% degli iscritti. Il segno evidente di una città che ha voglia di partecipare attivamente alla politica, diffusa soprattutto all’interno di quella componente di centrodestra che non si riconosce, oggi, nell’amministrazione De Magistris.
Stefano Caldoro, che tra pochi giorni festeggerà i suoi primi due anni passati al timone della Regione, questo lo sa bene, e se da un alto gli vanno riconosciuti grandi meriti per la gestione oculata e responsabile di una situazione drammatica ereditata dal lungo dominio bassoliniano, dall’altro, gli va forse imputata qualche responsabilità nell’aver innescato una serie di polemiche di cui il Pdl non aveva probabilmente bisogno, essendoci delle priorità ben più stringenti per rilanciare l’attività del partito e rimettere ordine al suo interno.
Certo, la possibilità di avere opinioni diverse è una condizione imprescindibile all’interno di qualunque formazione democratica, a patto però che non vi sia nessuna pregiudiziale e che le motivazioni alla base delle critiche non abbiano a che fare con altri percorsi, diversi da quello del partito. A margine del congresso napoletano, un messaggio che va dritto in questa direzione è arrivato, al governatore campano, dal coordinatore nazionale del partito Denis Verdini, che ha chiosato con il suo appello a Caldoro: "non sciupi la vittoria del 2010".
Mettendo da parte le polemiche, il senatore Raffaele Calabrò, che ha dato il suo sostegno al neo coordinatore Laboccetta, ha salutato con grande entusiasmo la vittoria del deputato napoletano: "Napoli – ha affermato – è spesso controcorrente e questa volta lo è stata in maniera sorprendente. Si era partiti da tre liste, solo all’ultimo momento siamo ad arrivati ad una lista sola e con un’ampia partecipazione al voto dei politici locali delle varie aree e di tanti sostenitori, mostrando che un partito che discute, ma resta unito, può vincere le prossime elezioni". Per Calabrò "il congresso cittadino del Pdl di Napoli ha rappresentato un’eccezione in un momento in cui non si fa che parlare di antipolitica, di scollamento della società civile. L’entusiasmo forte e palpabile e la voglia di partecipazione dei cittadini, grazie anche all’impegno del mondo politico napoletano, dimostrano che il territorio non è dormiente. Segni che fanno ben sperare alla vigilia della tornata amministrativa". E ha concluso con un appello: "Ora che il partito in città ha ripreso vitalità dobbiamo far sentire la voce del Pdl, innanzitutto in Comune per un’opposizione dura e leale al fenomeno De Magistris, ma anche nelle municipalità; ben cinque appartengono al centrodestra ed è in queste sedi che il partito può riprendere fiato per ritornare a vincere.” Il messaggio, è chiaro: si vince restando uniti. A Napoli, come nel resto della Regione.