Il congresso nazionale di Fli alimenta i dubbi degli “scontenti” in Abruzzo

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Il congresso nazionale di Fli alimenta i dubbi degli “scontenti” in Abruzzo

15 Febbraio 2011

di V. F.

Soffia un vento gelido all’interno della compagine di Fli abruzzese. Un vento che arriva dal nord, da Milano e che rischia di provocare un fuggi fuggi generale. Perchè i malumori che hanno accompagnato il congresso di Futuro e Libertà sono arrivati dritti anche in Abruzzo.

E come a Milano non è piaciuta la nomina di Italo Bocchino alla vicepresidenza nazionale, così al livello locale non è affatto sembrata scontata la riconferma di Daniele Toto come coordinatore regionale del partito. Ma il parallelismo tra scontento nazionale e scontento locale non finisce qui.

Più che un Congresso, che come tale avrebbe dovuto dare forma e forza ad un partito giovane e ancora in cerca di identità, la tre giorni milanese è stato un appuntamento tormentato e segnato dal basso profilo. Non si è guardato al futuro, non si sono elaborate strategie e programmi. Perché la preoccupazione principale di Gianfranco Fini è stata quella di ricomporre i mugugni interni prima che sfociassero in guerriglia vera e propria.

E così, trattativa dopo trattativa, in uno slalom tra veti incrociati e ultimatum squadristi, alla fine sono usciti scontenti un po’ tutti. Soprattutto l’ala dei moderati che fa capo al senatore Viespoli. Per non parlare del capifila dei deputati futuristi Adolfo Urso. Divisioni e fibrillazioni che si sono propagati con la stessa dirompenza dal vertice alla base.

Anche in Abruzzo, infatti, il congresso nazionale non ha ricomposto, semmai amplificato, il dualismo esistente tra il coordinatore, Toto e il suo vice, il consigliere regionale, Emilio Nasuti. Il primo vicino a Bocchino, il secondo più vicino a Urso. E infatti, come ha fatto notare il diretto interessato: “sono andato a Milano come vice coordinatore ed sono tornato declassato a semplice iscritto”. Con buona pace dei metodi democratici e del partito governato dalla base, come lo aveva battezzato Fini questa estate, motivando la sua scelta con l’impossibilità di sopportare oltre i presunti metodi verticistici del Pdl.

Ma a quanto pare di decisioni condivise e di attenzione per le istanze del territorio non c’è ombra in Fli. Tanto che Nasuti, che all’interno non solo del Consiglio regionale ma soprattutto di Fli ha un ruolo di un certo “peso” sembra stia valutando di concedersi una pausa di riflessione. Aspetta al varco le decisioni dei prossimi giorni. E quando i vertici nazionali gli comunicheranno quale sarà il suo ruolo nel partito, allora farà le sue valutazioni.

Ma l’aria che tira in Regione non lascia presagire nulla di buono. Tra Nasuti e Toto non si è mai stretta una vera e propria alleanza. Il lavoro e i progetti sui quali si sono concentrati hanno sempre avuto ispirazioni diverse. Così come diverse, per non dire opposte, sono state le strategie seguite. A Nasuti, per esempio, non sono mai piaciute le decisioni drastiche, le prese di posizioni da aperta opposizione che invece ostenta, ad esempio, il capogruppo futurista in Consiglio regionale, Berardo Rabuffo. E davanti alla possibilità che Fli decida di dare un taglio netto al rapporto con il presidente Chiodi, non è escluso che Nasuti decida di sfilarsi. Il che rappresenterebbe una perdita emorragica per il partito di Fini.

Del resto il consigliere futurista, che non può essere certo considerato un numero all’interno del partito, avendo contribuito in maniera decisiva alla sua nascita, è allo stesso tempo stimato ed apprezzato da una larga parte della maggioranza del Pdl, che quindi sarebbe ben lieta di un suo allontanamento dai finiani. Inoltre, come ha più volte fatto capire il diretto interessato: “anche se Fli dovesse passare all’opposizione, io non mi sentirò obbligato a lasciare la presidenza della Commissione Bilancio: anche a Roma i finiani hanno sì abbandonato ministeri e incarichi di partito, ma hanno conservato le commissioni. Come ha fatto Baldassarri, che ha svolto un ruolo determinante nella commissione per l’attuazione del federalismo”.

Insomma, per il coordinatore Toto una bella gatta da pelare. E per Fini, una conferma che il suo partito è già zoppicante e spaccato. Forse la batosta del 14 dicembre, con la Camera che ha votato la fiducia a Berlusconi, non è mai stata del tutto assorbita. E la sensazione che quella sia stata una grande occasione persa ha fatto perdere l’entusiasmo sul nascere.

Valori, strategie, alleanze e soprattutto identità. Sono ancora troppi gli interrogativi che restano sospesi per un partito che vuole proporsi come un’alternativa credibile. A livello regionale i vertici di Fli ipotizzano una non meglio identificata federazione di Gruppi in Regione, con Udc, Mpa e Api. E intanto, Nasuti, ha già fissato un incontro il presidente della regione Chiodi e con il coordinatore del Pdl regionale, Filippo Piccone.