Il coraggio di Ratzinger

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Il coraggio di Ratzinger

Il coraggio di Ratzinger

08 Agosto 2020

di Frodo

Il papa emerito Benedetto XVI non sta bene. Questo è quello che emerge dalle dichiarazioni del suo biografo ufficiale, Peter Seewald. Il giornalista ha da poco presentato a Joseph Ratzinger l’ultima opera riguardante la vicenda biografica del “mite teologo” di Tubinga, ma Seewald è anche l’autore, l’intervistatore, di “Ultime Conversazioni”, che è forse il libro da cui traspare meglio la personalità dell’ex pontefice della Chiesa cattolica.
Joseph Ratzinger non sta bene, tanto che Seewald parla apertamente di uno stato di salute “estremamente fragile”. E poi c’è quella “infezione al viso”, che potrebbe anche non essere grave, ma che all’età di Ratzinger non può che preoccupare. Attenzione: il papa emerito ci ha abituato a tanti colpi di reni. Nessuno, insomma, è in diritto di dire che Ratzinger stia per passare dall’altra parte. Semmai la notizia è un’altra: il fatto che le condizioni di Benedetto XVI si siano aggravate in seguito al viaggio compiuto in Baviera, subito dopo la fine del lockdown italiano (e vaticano).
Benedetto XVI, evidentemente già provato per la tenuta del suo fisico, ha comunque deciso di recarsi in volo presso il capezzale del fratello Georg, che è morto dopo pochi giorni il rientro di Ratzinger in Vaticano. Non si è trattato solo di trasferirsi temporaneamente in piena pandemia, insomma, ma anche di oltrepassare i confini vaticani senza poter contare sulla certezza di tornare in Santa Sede. Questo è quello che si deduce dal “bollettino” sulle condizioni di salute dell’emerito reso noto da Peter Seewald. Ecco che il viaggio dell’emerito assume, in un certo senso, i contorni dell’eroismo.
Del resto era stato lo stesso Benedetto XVI, nel giugno del 2019, a dire che “Il cielo non appartiene alla geografia dello spazio, ma alla geografia del cuore. Ciascuno di noi è il frutto di un pensiero di Dio. Ciascuno di noi è voluto, ciascuno è amato, ciascuno è necessario. Non è di una Chiesa più umana che abbiamo bisogno, ma di una Chiesa più divina”. La stessa “geografia del cuore” che ha fatto sì che Joseph Ratzinger volasse da Georg Ratzinger nonostante la situazione magari non lo consigliasse.
Una testimonianza di fede che destruttura de facto la narrativa sull’uomo rinchiuso in Vaticano. Ratzinger, con il gesto fatto nei confronti di suo fratello, ha dimostrato ancora una volta di aver spesso dato precedenza alle ragioni dell’umanità. Niente polvere da biblioteca, dunque, o almeno non solo quella. Per un papa che – ammettiamolo pure – viene rimpianto anche per la capacità di fare sintesi tra la dolcezza dei cuori e la fermezza delle posizioni.
Pare che Benedetto XVI abbia anche già indicato il luogo in cui vuole essere sepolto. Noi non possiamo che augurare all’emerito di guarire in fretta e di tornare a squarciare alcuni veli di Maya piazzati qua e la dai tempi che corrono con le sue riflessioni. Quelle che molto hanno fatto discutere, e molto hanno “salvato” in termini dottrinali, dalla sua rinuncia in poi.