Il Corriere e l’ergastolo per la tortura “colposa”

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Il Corriere e l’ergastolo per la tortura “colposa”

24 Giugno 2016

“Donatella di Cesare sollecita sul Corriere della Sera ‘l’urgenza di riconoscere che la tortura è un reato’ anche in Italia, lamentando che il provvedimento, attualmente all’esame della Commissione Giustizia del Senato, ‘vada configurandosi come una sorta di compromesso fra le Forze dell’Ordine, preoccupate di essere poste sotto accusa e l’opinione pubblica, sempre più sensibile ai crimini perpetrati dietro le quinte'”. Lo scrive in una nota il senatore Carlo Giovanardi (Idea).

“Quali sarebbero i casi di tortura in Italia, per la Di Cesare condannabili, in caso di morte del torturato, con l’ergastolo del responsabile? Eccoli: i brutali e inspiegabili pestaggi subiti da Aldrovandi a Cucchi, da Magherini a Uva. Questo elenco spiega bene la preoccupazione delle Forze dell’Ordine e dei Senatori: in nessuno di questi quattro casi infatti si è trattato di un comportamento doloso”.

“Nello specifico,” prosegue Giovanardi, “nel caso Uva i poliziotti e i carabinieri sono stati assolti in via definitiva dall’accusa di omicidio colposo, nel caso Cucchi gli agenti di polizia penitenziaria sono stati assolti con formula piena dall’accusa di maltrattamenti, il caso Magherini non è arrivato neppure alla sentenza di  primo grado per l’accusa di omicidio colposo e l’unica sentenza di condanna definitiva per gli agenti di polizia è quella del caso Aldrovandi, omicidio colposo per non aver previsto la possibilità che il fermato, bloccato in posizione prona, potesse avere un infarto”.

“Quindi, secondo la professoressa Di Cesare, ogni volta che un membro delle Forze dell’Ordine si trova costretto a scontrarsi, come in tre dei casi precedenti, con persone alterate dall’uso della droga o ubriache che lo aggrediscono, nel caso di un decesso improvviso causato da stress, sforzo o postumi dell’overdose e dell’alcool, il rischio per lui sarebbe quello di una condanna all’ergastolo per tortura”.

“Addirittura nel testo pervenuto dalla Camera era considerata tortura anche il cagionare acute sofferenze fisiche o psichiche, con violenza o minaccia, per vincere una resistenza. Per fortuna in Italia c’è ancora il bicameralismo perfetto!”, la conclusione di Giovanardi.