Il Csm, Morosini e lo scontro con Renzi
07 Maggio 2016
Sono «inopportune e ingiustificate» e mettono a rischio «un leale rapporto sui poteri dello Stato» le dichiarazioni attribuite al consigliere del Csm Morosini. È quanto si legge in una nota della Giunta Esecutiva Centrale dell’Associazione Nazionale Magistrati. Una presa di posizione, della giunta dell’Anm, che non può che risultare significativa se si prende in considerazione il fatto che era stato proprio il neo presidente dell’Anm Piercamillo Davigo, a scatenare le polemiche in una intervista al Corriere della Sera.
Perché al Csm la bufera sul togato di Magistratura democratica che ha criticato il governo Renzi sul Foglio, ha messo in ombra il Pd che voleva censurare i magistrati di Lodi per l’arresto del sindaco dem. Ora Morosini ha fatto la sua seconda smentita nel merito dell’intervista, ma dopo essere stato bacchettato pubblicamente dal vicepresidente Legnini in accordo con il Quirinale, dal primo presidente della Cassazione e anche dall’Anm, ha visto scendere in campo contro di lui, anche, il Guardasigilli Andrea Orlando, titolare dell’azione disciplinare.
Che ha chiesto «chiarimenti» su frasi che «sarebbero in aperto contrasto con lo spirito di leale collaborazione» tra governo e Csm. Probabilmente lunedì il ministro avrà con Legnini un «incontro formale». Fanfani, invece, ha fatto marcia indietro sull’annunciata richiesta di una pratica sulle toghe di Lodi, dopo essere stato bersagliato di critiche e tutto finirà qui.
Mario Serio, ex laico del Csm, dice: “A Morosini si rimprovera di aver fatto dichiarazioni politiche o contro il governo? Si chiede il silenzio ai membri del Csm sempre o solo quando criticano Renzi? Come mai i presidenti delle Camere non hanno chiesto chiarimenti sull’iniziativa di Fanfani, laico eletto dal Parlamento? E Orlando su quali presupposti chiede chiarimenti a Legnini su Morosini, quasi ci fosse un vincolo gerarchico? Non è stato spiegato se lo fa come titolare di un potere discrezionale sull’azione disciplinare o come esponente del governo. Non vorrei che ci fossero due pesi e due misure”.
Chi attacca il Pd renziano rischia?