Il delirio dei renziani sulla legge elettorale

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Il delirio dei renziani sulla legge elettorale

12 Maggio 2017

Sulla legge elettorale il Pd continua a dire tutto e il contrario di tutto, a fare e brigare senza risolvere nulla. Dopo averci ammorbato col modello “tedesco”, ieri i renziani hanno provato a ufficializzare la loro proposta, un “mattarellum corretto”, a metà strada tra proporzionale e maggioritario, che il capogruppo in commissione affari costituzionali alla Camera, Fiano, ha definito “un concentrato di mediazione possibile”. 

Ma nella girandola di proposte sulla legge elettorale che ormai caratterizza il partito di maggioranza al governo, i renziani sono stati subito colti in castagna: il “mattarellum corretto” altro non era che il vecchio “verdinellum” depositato dagli ascari del Pd lo scorso dicembre, dopo la debacle renziana al referendum, quando si favoleggiava di un voto imminente e spuntò la proposta Parisi-Abrignani, fedelissimi di Denis. 

Siccome non è “cool” parlare di “verdinellum”, i renziani ieri hanno pensato bene di fare propria la proposta, depositando una legge identica in commissione. La riffa però è stata smascherata subito, “hanno preferito il verdinellum al legalicum,” ha tuonato il pentastellato Toninelli, “Verdini non ha convinto Berlusconi ma è riuscito a convincere Renzi”. 

Così, sempre nella serata di ieri, il relatore della legge in commissione ha depositato un’altra proposta, il fatidico ma a questo punto viene da dire fantomatico testo base, dando seguito all’indiavolato balletto degli ultimi giorni: un “Italicum bis”, che estende al Senato la legge elettorale della Camera così come modificata dalla sentenza della Consulta (premio di maggioranza alla lista che abbia il 40%, con soglia di sbarramento per entrambe le Camere al 3%. Al Senato 50 collegi plurinominali – 100 alla Camera –, con capilista bloccati e preferenze). 

Peccato che lo stesso relatore, Mazziotti, abbia messo subito le mani avanti parlando di una “soluzione minimale”, il minimo sindacale insomma, per rispondere alle sollecitazioni arrivate dal Colle, visto che la tanto evocata “mediazione” evocata dai renziani non ha prodotto il benché straccio di intesa tra le forze politiche in parlamento. 

Insomma dal “tedesco” al “verdinellum” (spacciato per “mattarellum corretto”) la montagna renziana ora deve fare i conti con un topolino, “l’Italicum bis”, quel che resta della legge elettorale che tutta Europa avrebbe dovuto invidiarci ma che nella sua formulazione originaria era stata bocciata dalla Consulta. Italicum che pure come abbiamo detto fu la bandiera del renzismo – e infatti come commentano gli esponenti del Pd? 

“Fermo restando il grazie al relatore, non è scontato il nostro voto, lo decideremo dopo aver consultato l’ufficio di presidenza del gruppo come è corretto fare di fronte ad una scelta così importante”, ha commentato ieri il capogruppo alla Camera Ettore Rosato. No, grazie? Anche stamattina Rosato rincara la dose e rilancia sul “verdinellum” ma, sotto sotto, l’Italicum bis potrebbe rappresentare una via di fuga per il Pd, non solo l’ultima possibilità di rispettare gli impegni presi con Mattarella, ma anche soddisfare l’ego del neosegretario Renzi convinto di ripetere il successo alle Europee – mister 40% – ma soprattutto dal poter piazzare i suoi (vedi alla voce capilista bloccati). 

Un pezzo del partito è contro, la sinistra pure, e restano aperte diverse questioni, a cominciare dai suddetti “nominati” (i grillini non erano contro?), passando per la diatriba fra premio alla lista e non alla coalizione, come pure per il tema della soglia di sbarramento al 3 per cento. In attesa che la telenovela renziana sulla legge elettorale continui, ci si chiede se il Pd ha intenzione di continuare a giocare così, come se niente fosse, sulla pelle del paese: Il partito democratico faccia capire che legge vuole, invece di continuare a girarci attorno in un modo che, per come l’abbiamo descritto, non può che essere giudicato delirante.