Il dialogo di Sodano
20 Marzo 2006
di redazione
Il cardinale Segretario di Stato, Angelo Sodano ha dato un contributo importante alla riflessione e al dibattito sulle radici cristiane dell’Europa e sulla crisi dell’Occidente. Lo ha fatto con una lunga intervista alla Repubblica, densa di argomenti che ci stanno molto a cuore.
Dice infatti Sodano: «La forza dell’Islam è la debolezza dei cristiani: se questi fossero più orgogliosi della loro fede potrebbero contribuire a realizzare un mondo più riconciliato. Per cui è tempo ormai che l’Europa ritrovi la sua anima cristiana”. Sono parole che hanno una forza propria, ma essendo pronunziate dal massimo esponente della diplomazia e della politica della Santa Sede acquistano un senso ancor più stringente.
Sodano sostiene infatti un concetto molto impegnativo e rigoroso: la forza dell’Islam sta nella consapevolezza e nell’orgoglio della sua fede; la debolezza dei cristiani consiste nel nascondere quella fede e nel rimuoverla dalla scena pubblica. Per questo motivo un dialogo tra il mondo islamico e quello cristiano è difficile. Se invece i cristiani tornassero ad attingere alla fonte della loro fede e della loro identità , sarebbe possibile avere «un mondo più riconciliato”.
E’ l’idea di fondo di chi crede che il dialogo funzioni solo se chi vi si cimenta ha convinzione e orgoglio delle proprie idee e delle proprie radici.
Quando il presidente del Senato, Marcello Pera parla di «crisi dell’Occidente”, parla esattamente di questo. L’Appello per l’Occidente da lui lanciato (quello da alcuni definito razzista e xenofobo) stabilisce le condizioni affinché quel dialogo fecondo di cui parla Sodano sia possibile, traducendo quella esigenza sul piano della politica e della vita pubblica. E’ d’altronde un aspetto che Sodano sottolinea in più punti della sua intervista: «Esiste un magistero luminoso della Chiesa sulla necessità del dialogo e del rispetto tra civiltà . Ma una cosa è la missione della Chiesa, altra cosa è la missione degli Stati”. E aggiunge subito dopo: «Preghiamo perché l’Italia aiuti l’Europa a non perdere la sua anima e anzi a ritrovarla”.
Quando si parla di cose serie – come in questo caso – ci si accorge che è quasi sempre la Chiesa ad evocare e difendere la separazione dallo Stato. E nello stesso tempo a chiedere che Cesare si prenda le sue responsabilità .