Il dialogo laici-cattolici darà buoni frutti solo se i valori non negoziabili restano centrali
15 Ottobre 2011
I valori non negoziabili della persona sono il pavimento sul quale cattolici e laici, credenti e non credenti possono costruire l’azione nella società e il futuro della politica. E’ il messaggio di Norcia alla vigilia di Todi. Nella città di San Benedetto la Fondazione Magna Carta che qui organizza da sette anni “Gli Incontri di Norcia” fissa la regola e attende, chiede una risposta dal Forum delle associazioni cattoliche che si apre oggi a pochi chilometri di distanza.
E’ il messaggio che rimarcano Maurizio Sacconi, Gaetano Quagliariello e Eugenia Roccella e che e raccoglie l’impegno di Maurizio Gasparri e di Fabrizio Cicchitto nella prima giornata di lavori aperta dalla relazione del ministro del Lavoro e del Welfare che mette subito in chiaro due temi: quello della rilevanza dei cattolici nel dibattito politico e quello su cosa viene prima, nel contesto di un dibattito dove si vorrebbe anteporre la questione sociale ai valori non negoziabili. Invece no, la difesa della vita, della famiglia, del matrimonio, non sono uno dei temi “ma il tema, il presupposto, la premessa per costruire il futuro” dice Sacconi che rivendica la tenace battaglia di cui cattolici e laici che militano nel Pdl sono stati capaci di portare avanti in questi due anni al governo e nella società e il caso Englaro ne è la dimostrazione più plastica ed efficace.
E a chi vorrebbe cancellare tutto questo cancellandolo insieme al Pdl la risposta del ministro che non a caso in molti passaggi del suo intervento parla di laici non laicisti e cattolici non adulti (Prodi docet) è netta: “Il nostro posto e’ dove siamo e lo dico a voce alta” sottolineando l’importanza per le forze politiche di rispettare “i valori non negoziabili della persona. Non posso sottrarmi dal dire questo, in tempi nei quali le fatiche del momento portano alcuni a sottrarsi, mentre erano molto convinti quando le cose andavano benissimo”. Appunto, i cattolici adulti e tutti coloro che nel mondo cattolico di fronte al dramma di Eluana non hanno compreso o hanno minimizzato, o peggio, hanno girato la testa dall’altra parte. “Il nostro posto – conferma Sacconi – è dove ci troviamo, in un sistema bipolare. In questo schema non può che esservi un grande contenitore laico di ispirazione cristiana, il contenitore che possa raccogliere la maggioranza degli italiani e garantire quella coincidenza tra senso del popolo e senso dello Stato che ha caratterizzato gli anni migliori della vita del nostro Paese, quelli della ricostruzione”.
E’ il concetto che Gaetano Quagliariello declina da un’altra angolatura: ben vengano nuove energie nello spazio pubblico e politico, perchè è quello che serve, ma certo non servono nuovi partiti nè nuovi assetti in un sistema in cui il bipolarismo deve essere mantenuto e trasformato in un momento in cui è decisamente antistorico pensare di poter far rinascere la vecchia Balena bianca. Con una premessa: “Credo che il convegno si sia aperto con un messaggio non rivolto ai convenuti qui a Norcia, ma consustanziale a questo appuntamento” e il riferimento corre al messaggio del cardinale Ruini che parla, dice ancora, del bipolarismo italiano “come del bimbo che non va buttato con l’acqua sporca, che va educato, fatto crescere e messo in salvo”.
Per il vicepresidente dei senatori Pdl, questo anche nella consapevolezza che “i cattolici in Italia non sono stati affatto ininfluenti, come ha detto, secondo me sbagliando, il portavoce del Forum”. Ci torna il sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella, per dire: “Ho sentito che i cattolici sono senza casa, che devono trovare una patria. Non credo che sia così. Credo che la patria dei cattolici sia nei contenuti, nei valori non negoziabili e non in un contenitore. Nè vedo l’irrilevanza dei cattolici in questi anni, che semmai c’è stata quando il pensiero del cattolicesimo si è subordinato a quello del pensiero unico”.
Dunque se nuove energie nello spazio pubblico sono benvenute, Quagliariello ammonisce su un rischio da evitare: un attivismo cattolico esclusivo. Per questo dice: “Sarebbe un grave errore se a Todi prevalesse un nuovo attivismo cattolico, inteso come ritorno identitario che esclude e non include e che si limita ad aggregare i cattolici in quanto tale. Nell’attuale contesto mondiale i cattolici devono avere l’ambizione di parlare a tutti. In Italia, in particolare, il dialogo fra credenti e non credenti ha contato più che altrove, e se una serie di temi – dalla biopolitica a confine tra la vita e la morte – sono stati raggiunti, anche in Parlamento, risultati in linea con i principi della tradizione cristiana è perchè a far valere i principi non negoziabili propri della nostra tradizione sono stati insieme ai cattolici anche i non credenti e gli appartenenti ad altre religioni”.
Su questo fronte, dunque, “ben venga, dunque, quello che viene definito il ‘risveglio’ dei cattolici purché rappresenti un passo avanti e non un passo indietro rispetto alle conquiste fin qui maturate sul terreno dei principi grazie al confronto fra credenti e non credenti, ivi comprese quelle raggiunte dalla nostra esperienza partitica, da questa maggioranza, da questo governo”. Non a caso Eugenia Roccella manifesta “massima fiducia nei movimenti che si ritrovano a Todi, tuttavia una nuova generazione di cattolici, la cui nascita è stata auspicata, non può essere avendo un pensiero vecchio. E’ una nuova generazione che pensa in modo nuovo e capisce le modalità con le quali possiamo intervenire” perché ciò che conta “sono i contenuti più che il contenitore” e la sfida per laici e cattolici sta in questo. Il sottosegretario al Welfare torna poi sul caso Englaro che definisce: “un gradissimo esempio di difesa della vita, che non ha temuto niente, nemmeno il conflitto con il Presidente della Repubblica. Ci sono state forze, più cattoliche del Pdl, che hanno criticato questo”.
Ricorda il voto unanime del Pdl e quello altrettanto unanime del Cdm, “un momento di rilevanza dei valori cattolici”. Per questo, un’alleanza di laici e cattolici è importante e fa capire come “si possono condurre battaglie con consapevolezza e piena fiducia nelle proprie ragioni” perché la legge sul biotestamento è stata fatta “insieme all’Udc e con il contributo importante di un laico come Cicchitto”, testimonianza diretta del fatto che tra laici e cattolici “ci si puo’ trovare in maniera diversa ma a difesa delle nostre radici e soprattutto di valori non negoziabili dai quali discendo tutto il resto”.
Oggi la giornata conclusiva dei lavori con la relazione di Monsignor Paglia e le conclusioni affidate a Quagliariello. Quindi il manifesto finale, dal quale c’è da ritenere, arriveranno altri messaggi per Todi.