Il disegno di Grillo è presto detto: accaparrarsi i voti della Lega

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Il disegno di Grillo è presto detto: accaparrarsi i voti della Lega

17 Aprile 2012

"E’ possibile che in tutto questo casino non c’è un avviso di garanzia? Che non sia stato confermato alcun reato? Che cosa hanno fatto? Si sono tolti l’unico pseudo avversario che avevano: il prossimo sarà Di Pietro e dopo ci saremo noi". E’ quanto dichiarato da Beppe Grillo – leader del Movimento 5 stelle – qualche giorno fa in merito all’inchiesta congiunta delle Procure di Milano, Napoli e Reggio Calabria sui conti della Lega Nord.

Tralasciando per un attimo l’improvvisa folgorazione di Grillo sulla via di Damasco del garantismo, occorre prendere ‘seriamente’ in considerazione le sue parole: secondo il comico genovese, le indagini sulle presunte ruberie di alcuni dirigenti del Carroccio non sarebbero altro che un complotto, una macchinazione ad opera di una potentissima e fantomatica spectre tesa ad eliminare dal panorama politico italiano chiunque tenti di opporsi al governo Monti. Una tesi quantomeno ardita, tanto per utilizzare un eufemismo, indipendentemente dal giudizio che si voglia dare all’operato dell’esecutivo tecnico.

Da simili dichiarazioni, è nata un’insolita alleanza con la Lega. In altri tempi si sarebbe parlato di convergenze parallele. Tuttavia, già in un recentissimo passato si scorgevano le avvisaglie di un sodalizio del genere. Un esempio su tutti: “La cittadinanza a chi nasce in Italia, anche se i genitori non ne dispongono, è senza senso”. E’ quanto scritto da Grillo nel suo blog lo scorso Gennaio, a proposito del dibattito in corso sui modi di ottenimento della cittadinanza italiana: ‘ius soli’ o ‘ius sanguinis’. Beppe Grillo si è apertamente schierato contro la prima ipotesi, cavalcando in questo modo – a torto o a ragione – un cavallo di battaglia leghista. Si tratta comunque di un sodalizio destinato a non durare a lungo. Grillo, infatti, punta dritto verso la conquista dei voti in fuga dal Carroccio, verso un exploit alle prossime politiche che lo consacri a terzo partito nazionale.

Vero animale (anti)politico il comico genovese: no Tav in Val di Susa, anti-tasse nell’Italia del 2012 strozzata da una pressione fiscale ai massimi storici e ai limiti della decenza, ‘complottaro’nel momento propizio, "tutti ladri" sempre e comunque e, last but not the least, “la feccia dei giornali che tanto tra un po’ chiudono” (alè!). Grillo sfrutta, strumentalizza questo o quel palcoscenico politico (para o antipolitico) esclusivamente al fine di incamerare il maggior numero di consensi. Va sul sicuro, il Beppe. Tende a scegliere sempre e comunque l’opzione più semplice e semplicistica. I sondaggi parrebbero dargli ragione: secondo una rilevazione della Swg, il Movimento 5 stelle è dato al 7.2% nelle intenzioni di voto degli italiani. Buon per lui, molto male per la qualità della nostra democrazia.