Il dl Sviluppo ottiene la fiducia e il governo supera quota 316 senza Fli
21 Giugno 2011
A Montecitorio la maggioranza ha ottenuto la fiducia sul decreto Sviluppo. Ora i lavori dell’Aula proseguiranno con l’esame degli ordini del giorno e il voto finale sul provvedimento alle 20 di stasera. Per l’esecutivo è dunque solo il primo match di una partita determinante che si giocherà fra oggi e domani in Parlamento.
I voti a favore sono stati 317, 293 i contrari e 2 le astensioni. Un risultato che chiarisce due aspetti determinanti: il primo è che il governo è più che mai compatto, il secondo è che la maggioranza ha superato la quota 316 per la prima volta dopo l’uscita di Fli. Una questione, questa, che è in attesa di conferma nell’arco delle prossime 48 ore.
Il provvedimento, dal quale sarebbero “saltati” alcuni emendamenti cari alla Lega (stando a quanto riferito dal presidente della Commissione Finanze Gianfranco Conte, per volere del Quirinale), recepisce parte delle misure inserite dal governo nel Programma delle riforme, presentato a Bruxelles insieme al Documento di economia e finanza (Def) che traccia le linee guida per arrivare al pareggio di bilancio nel 2014. Tra queste norme c’erano le sanzioni per i giudici tributari che non si esprimono entro 180 giorni sugli accertamenti esecutivi, la tassa sulla Tav, l’emendamento D’Antoni che aveva destinato parte delle risorse Fas (Fondi per le aree sottoutilizzate) alle assunzioni al Sud e le semplificazioni per le patenti nautiche.
Il decreto prevede un credito d’imposta per la ricerca a favore delle imprese che finanziano progetti di ricerca in Università o enti pubblici durante il biennio 2011-2012; una norma ‘salva-precari’ della scuola, parte dei quali riceverà un assegno annuale corrispondente alla metà dello stipendio e la precedenza nell’attribuzione delle supplenze e l’ingresso nelle nuove graduatorie ogni 3 anni.
Il leader dell’Idv Antonio Di Pietro ha espresso in modo netto il suo parere contrario sul provvedimento. L’ex magistrato, alla seconda chiama, è passato davanti al banco della Presidenza dicendo, in romanesco, "None!". Il ministro della Giustizia Angelino Alfano, invece, ha espresso soddisfazione per la prova di compattezza sostenuta dal governo. “Penso – ha detto – che il presidente del Consiglio possa andare ancor più robustamente convinto dei numeri della sua maggioranza oggi pomeriggio al Senato e domani alla Camera”. Per il presidente dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto quello ottenuto dal governo è "un buon risultato" del quale dovrebbero tener conto coloro i quali parlano della centralità del Parlamento.