Il falsario: uno Schindler del crimine organizzato

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Il falsario: uno Schindler del crimine organizzato

19 Gennaio 2008

Uno Schindler del crimine organizzato. Ebreo anche lui ma disonesto. Che ne salvò quasi altrettanti del vero Schindler grazie stavolta alla complicità dello stesso Terzo Reich che si illuse di strumentalizzare proprio lui, Salomon Smolianoff, per inquinare le economie alleate con le sue monete false.

La sua lista era composta di addetti alla stamperia clandestina e la sua vicenda umana venne raccontata da Adolf Burger, il suo tipografo di fiducia anche nel lager di Sachsenhausen, nel libro “L’officina del diavolo”.

E da fine gennaio questa storia sarà anche nei cinema italiani nel bellissimo “Il falsario – Operazione Bernhard”, film del regista Stefan Ruzowitzky candidato all’Oscar.

L’operazione “Bernhard” fu certamente il più grande imbroglio di denaro contraffatto di tutti i tempi.

Vennero stampate oltre 130 milioni di sterline.

Il tutto durante gli ultimi anni della guerra, quando il Reich ormai vedeva la fine vicina. Nel campo di concentramento Sachsenhausen, due baracche vennero così tenute separate dal resto del campo e dal mondo esterno, e trasformate in attrezzatissimi laboratori di contraffazione. Nacque così ”l’Operazione Bernhard”. Alcuni prigionieri vennero trasferiti a Sachsenhausen da altri campi per realizzare il piano. Si trattava per lo più di tipografi professionisti, di pignoli funzionari bancari e di semplici artigiani del falso. Se le monete avessero superato il loro vaglio potevano essere immesse nel mercato finanziario come in effetti avvenne. In un caso le sterline di Smolianoff ottennero persino il certificato di autenticità della Banca d’Inghilterra.

La selta che si offriva a questi falsari era allettante: collaborando con i nazisti avevano una possibilità di sopravvivenza, come prigionieri di prima classe in una “gabbia dorata”, con cibo a sufficienza  e un letto in cui dormire. Che per chi veniva da Aschwitz o Treblinka non era cosa da niente. Naturalmente qualcuno di loro metteva in conto il sabotaggio della cosa, magari solo per continuare a prendere tempo in attesa della fine della guerra. E infatti anche nel film, presentato a Berlino e candidato all’Oscar per la migliore sceneggiatura, si vede una sorta di fabbrica di Penelope in cu  la sera qualcuno disfaceva ciò che di giorno veniva prodotto.

La sceneggiatura è stata tutta superivisionata dall’unico reduce dell’operazione Bernhard: Adolf Burger, presente a Roma anche alla conferenza stampa di lancio del film.

Adolf Burger all’epoca dei fatti era uno stampatore professionista del villaggio slovacco Velká Lominca. Era ebreo e fu arrestato per ragioni politiche assieme a sua moglie e internato nel 1942. La sua giovane consorte fu uccisa ad Auschwitz-Birkenau, e lui fu mandato dopo un anno e mezzo al campo di concentramento di Sachsenhausen con altri “specialisti” per mettere su il laboratorio segreto dei nazisti.

Il 5 maggio 1945 fu liberato dalle truppe americane nel campo di concentramento di Ebensee dove era stato trasferito. Tornò poi in Cecoslovacchia, dove riprese il suo lavoro di stampatore. Le sue memorie sono raccolte nel libro “The Devil’s Workshop. The Counterfeit Money Workshop of the Sachsenhausen Concentration Camp” (Hentrich & Hentrich, Berlino, 2006). Come lo stesso Burger ha spiegato al pubblico romano, dopo la fine della guerra  la sua missione fino  a oggi è stata quella di “spargere i ricordi delle sue esperienze di quel periodo. “

Oggi novantenne, Burger continua a viaggiare instancabilmente, a tenere seminari e a parlare nelle scuole per raccontare ai giovani la sua vita e fornire informazioni su cosa accadde veramente all’epoca.

A margine della storia del “falsario” Smolianoff e del suo tipografo Burger c’è anche quella del famoso lago di Toplitz in Austria, dove si diceva che i nazisti avessero affondato i soldi falsi prodotti nell’operazione Bernhard e le relative matrici. Con il titolo “Geld wie Heu” (Tonnellate di soldi), la rivista “Stern” diede nel 1959, notizia di un ritrovamento sensazionale nel lago Toplitz in Styria (Salzkammergut, Austria) di sterline inglesi false.

Erano infatti state rinvenute nove casse di denaro falso, insieme agli archivi segreti delle S.S.

Sorse quindi la leggenda dell’oro sommerso, e il lago divenne la mecca dei cercatori di tesori di tutto il mondo.

Il lago Toplitz è lungo circa due chilometri e profondo 103 metri, e ad una profondità di 20 metri, la sua acqua non contiene più ossigeno. Molti cercatori di tesori tentarono la fortuna. Ma nel 1963, dopo misteriosi incidenti e la morte di un giovane sub durante una ricerca non autorizzata, le autorità austriache emisero un divieto contro le immersioni nel lago Toplitz. Per poter mettere poi fine una volta per tutte alle immersioni pericolose e al mito dell’oro nazista, il ministero degli interni austriaco lanciò un’enorme ricerca. Fino agli anni ’80, i sommozzatori dell’esercito austriaco e la squadra degli artificieri rinvennero così non solo altre casse piene di denaro falso e lastre da stampa, ma anche una notevole quantità di materiale bellico nazista. Da quel momento il lago divenne noto come “la discarica del Terzo Reich”.