Il federalismo è una risorsa per il Sud. Parola di monsignor Bregantini

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Il federalismo è una risorsa per il Sud. Parola di monsignor Bregantini

09 Maggio 2011

di L. C.

Il Meridione d’Italia può vincere la sfida del federalismo. Ne è convinto monsignor Giancarlo Maria Brigantini, arcivescovo della diocesi di Campobasso-Bojano e presidente della commissione per i problemi sociali della Conferenza episcopale italiana. Padre Giancarlo è nato in Trentino, ma il Sud lo conosce molto bene. Ora è in Molise. Ma un’esperienza molto significativa l’ha fatta in una realtà difficile come quella della Locride.

In Calabria ha lottato in prima linea contro l’Ndrangheta. Non solo a parole. Bregantini ha strappato tanti giovani dalla strada e dalle mani della malavita. Ha dato loro l’opportunità di lavorare nelle cooperative, create grazie ai terreni e ai beni confiscati alla criminalità organizzata. Ha dimostrato che quando si è uniti e determinati nel raggiungere un obiettivo, niente e nessuno può impedire di arrivare alla meta.

Sul federalismo che verrà, monsignor Bregantini ha scritto un libro. “Il nostro Sud in un paese reciprocamente solidale” lancia un messaggio chiaro: se gestito male, il federalismo porterà solo a divisioni. Per crescere è invece necessario l’esatto contrario: l’unità d’intenti. Ognuno valorizzi le proprie tipicità – è il messaggio di padre Giancarlo – ma senza mai perdere di vista la reciprocità. Un’Italia divisa, sarebbe un’Italia più debole. Si cresce solo se tutti crescono. 

Questi concetti l’arcivescovo di Campobasso li trasmette con una semplicità disarmante a tutte le persone che incontra. Negli ultimi tempi parla di federalismo soprattutto agli studenti. Qualche giorno fa è stato accolto dai ragazzi degli istituti superiori di Agnone, in provincia di Isernia. A loro ha lasciato un messaggio di grande speranza, in un periodo davvero nero. In questa area di montagna, infatti, i tagli stanno penalizzando la sanità, i trasporti e la scuola. L’economia indietreggia, mentre lo spopolamento avanza. Ebbene: che fare? Conoscere la propria storia e puntare sulle tipicità, per crescere e per dare un futuro a questa terra. Le campane, l’artigianato, l’ambiente incontaminato e la gastronomia possono essere le armi vincenti dell’Alto Molise. Ma ad un patto: che si lavori tutti insieme.

Per rimarcare il concetto, l’arcivescovo ha riportato l’esempio del padre contadino: quando lottava da solo contro i commercianti – ha detto ai ragazzi – ne restava schiacciato. E le sue mele marcivano. Ma quando i contadini si sono uniti, formando una cooperativa, sono stati loro a imporre il prezzo ai commercianti. Anche per salvare l’ospedale “San Francesco Caracciolo”, monsignor Bregatini suggerisce agli agnonesi di lottare uniti. E di sviluppare tipicità. A suo avviso, nel panorama sanitario regionale il presidio altomolisano (“chiuderlo sarebbe un disastro”, ha detto a Telemolise) dovrebbe specializzarsi in qualche campo, “in modo che non diventi concorrenziale, ma integrativo e capace di essere veramente alternativo”.

Insomma, il federalismo che fa il bene del Sud è un federalismo che valorizza e responsabilizza le singole identità territoriali all’interno di un più ampio quadro nazionale e che riesce a trarre profitto proprio dalle diverse specificità. Chi conosce bene il territorio e lo ha vissuto direttamente come Bregantini sa che questa è una questione cruciale e ineludibile, su cui si fonda la visione strategica da mettere in campo.