Il Fertility Day del presidente Erdogan (in Europa)
17 Marzo 2017
“Fate figli…non tre, ma cinque, perché voi siete il futuro d’Europa”. E’ il fertility day di Erdogan, che invita i turchi che vivono nei paesi europei a investire sul proprio domani (“vivete nelle case migliori, nei quartieri migliori, mandate i bambini nelle scuole migliori”) perché il destino dell’Europa è nelle loro mani, nelle mani degli immigrati.
Sono milioni, i turchi che vivono fuori dal loro paese, due e mezzo possono votare in patria. Ma non è solo la scadenza elettorale vicina, e nemmeno le sentenze della Corte di Giustizia sul velo per le donne, a ispirare il discorso del leader-dittatore. Erdogan guarda a un’orizzonte che gli europei, soprattutto i politici, cercano di ignorare, e che è assai più vicino di quanto sembri: perché i tedeschi, gli italiani, gli olandesi, gli svedesi, e persino i francesi, di figli non ne fanno più, i matrimoni sono in picchiata in parallelo alla natalità, e sembra che solo gli omosessuali, che i figli non li possono fare, reclamino le nozze come un diritto.
L’Europa è vecchia e priva di vitalità, e non servirà nemmeno riempirla oltre misura di migranti, quei migranti che Erdogan, profumatamente pagato dall’Europa, tiene a bada e usa come arma di ricatto. Basta che il trend demografico dell’Occidente si mantenga sui livelli attuali, o, come è probabile, peggiori persino un po’, e tra pochi decenni l’Europa sarà popolata in prevalenza dai figli degli immigrati, turchi e non solo.
In Italia il fertility day ha sollevato scandalo, ma i motivi dichiarati (l’inadeguatezza delle immagini e degli slogan scelti) erano solo un pretesto. Erano i contenuti, ad essere considerati inaccettabili, e della bassa natalità si parla solo nei convegni, ma nessuno davvero se ne preoccupa e se ne occupa sul piano politico e progettuale. Intanto l’Europa ha ormai delegato il proprio equilibrio demografico ai migranti. Qui non si tratta più di accoglienza, ma di sostituzione.