Il floppy se ne va lasciando un piccolo vuoto nella sicurezza informatica

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Il floppy se ne va lasciando un piccolo vuoto nella sicurezza informatica

28 Aprile 2010

La notizia è di quelle che smuovono i ricordi e nel contempo fanno pensare, soprattutto chi ha più di 20 anni. La Sony, ultima produttrice degli storici floppy disk da 3,5 pollici, nel marzo 2011 ne cesserà la produzione. Mettendo di fatto fine a un’epoca, quella della condivisione “a vista” nel mondo informatico. Finisce l’era in cui i dati da proteggere erano pochi e venivano affidati a un piccolo supporto da nascondere gelosamente in casa, oggi si viaggia a velocità e quantità di dati quantomeno decuplicate, con tutti i rischi che ne conseguono in termini di tracciabilità, visibilità e riduzione della privacy.

Non ci si può esimere dal dedicare qualche parola – a metà tra il ricordo e l’omaggio – ai cari vecchi floppy. Nati all’alba degli anni Ottanta hanno via via visto erodere il proprio range di utilizzo da tecnologie sempre più performanti e sicure. Dal cd-rom al Dvd passando alle penne Usb, gli hard disk tascabili ed infine i Masterizzatori Blu Ray. Per capirci, un floppy ha (aveva) una capacità di 1,4 megabyte mentre un semplice Cd-rom riesce a contenere 700 megabyte. Proprio questa sua scarsa capienza lo ha condannato, rispetto agli altri supporti, ad una “morte” prematura, intorno ai 30 anni.

D’altra parte, soprattutto negli ultimi anni, proprio la scarsa capienza (insieme al ridotto numero di dispositivi in grado di leggere i “dischetti”) aveva eretto il floppy a baluardo per la protezione dei propri dati, sempre più cannibalizzati e raggiungibili da terze persone. Impossibile dimenticare la finestrella posizionata in un angolo del floppy che serviva come rudimentale sistema di protezione. La suddetta poteva essere chiusa o aperta a seconda delle esigenze. Naturalmente era un gioco che tutti conoscevano e che veniva eluso facilmente, ma dà l’esatta collocazione temporale di un momento storico della Rivoluzione informatica in cui bastava una ridicola linguetta di 1 cm per parlare di privacy e sicurezza.

Dobbiamo ammettere che nessuna delle nuove soluzioni potrà mai sostituire, nella testa di chi utilizza il pc da decenni, l’emozione un po’ sadica di installare Windows 3.11 utilizzando, uno dopo l’altro, i 7 floppy disk che lo contenevano, per un tempo complessivo, al netto dei riavvii necessari al pc, di circa 2 ore. I floppy sono morti, lunga vita ai floppy.

Tornando ad oggi, cioé ai social network, e quindi a Facebook, non si può non pensare al web come a un grande contenitore in cui ogni dato viene reso fruibile a tutti e in tutti i modi possibili. Da sempre è questa la forza della Rete, ma alcuni spunti di cronaca danno modo di riflettere sulle modalità di utilizzo di una comunità di utenti aperta come quella virtuale. L’elevatissimo numero di bit e byte scambiati dagli internauti non fa solo il bene della Rete, ma la complica a dismisura, rivelandosi spesso una brutta sorpresa per chi la utilizza senza farsi troppi scrupoli sulla rintracciabilità ed esposizione mediatica dei propri dati.

E’ di poche ore fa la notizia che giunge dal Comune di San Giovanni Bianco, nella bergamasca. Sul profilo Facebook del neoeletto consigliere per il carroccio, Iuri Milesi, di appena 21 anni, sono state trovate delle foto che lo ritraevano mentre faceva il saluto romano davanti a una Lombardia dipinta di nero con la scritta “Fascismo e libertà”, o tra cimeli del Ventennio, con tanto di sorriso stampato in faccia. Davanti a immagini del genere il segretario provinciale della Lega Nord, Christian Invernizzi, ha commentato “è giusto prendersi le proprie responsabilità nei confronti degli elettori: quest’episodio è la goccia che fa traboccare il vaso”. Puntuali le dimissioni, mentre il Comune è già stato commissariato. Un chiaro esempio del filo sottile su cui corre la Rete, sempre in bilico tra l’essere una risorsa o un’arma che ti si può ritorcere contro.

Internet è una risorsa preziosa, tra le più preziose, ma va calibrata nel suo utilizzo al fine di ottimizzarla. Se il buon Milesi avesse salvato le sue foto sul caro vecchio floppy e non su Facebook avrebbe ancora una sedia in consiglio comunale?