Il fuori onda sul disarmo dimostra che Obama vuole solo indebolire l’America
31 Marzo 2012
“Per tutte queste questioni, e soprattutto per la difesa antimissile, possiamo trovare una soluzione; ma è importante che lui [Putin] mi dia più tempo… E’ la mia ultima elezione. Dopo le elezioni, potrò essere più flessibile”.
Barack Obama a Dmitri Medvedev, fuorionda, 26 Marzo
Non si sente spesso un presidente degli Stati Uniti dare assicurazioni in segreto (così lui crede) al leader di un altro paese che quel che questi chiede arriverà, ma deve aspettare perché ci sono le elezioni e non osa dirlo alla gente.
Niente affatto, tenta di travisare un funzionario della Casa Bianca addetto al controllo delle gaffe. Il presidente stava semplicemente spiegando che un controllo degli armamenti è cosa troppo complicata da fare in un anno nel quale tanto in Russia quanto negli Stati Uniti si tengono le elezioni presidenziali.
Ciarpame. Innanzitutto, fare un qualsiasi tipo di parallelo tra le elezioni russe e le nostre è assurdo. Le loro sono una farsa. Putin ha governato fino ad ora, Putin governerà in futuro.
Obama ha parlato delle difficoltà inerenti alla “transizione” presidenziale russa. Quale transizione? E’ uno presa in giro! Quelle elezioni non possono avere alcun effetto sulle possibilità negoziali di Putin.
Venendo agli Stati Uniti: il problema non è che la questione è troppo complicata, ma che se la gente sapesse delle intenzioni flessibili di Obama sulla difesa anti-missile, potrebbe pensarci due volte prima di consegnargli un secondo mandato.
Innanzitutto, per quale motivo Obama si mette a negoziare sullo scudo spaziale? Nessuno ci impone di farlo. Il Trattato Icbm, reliquia della guerra fredda, è spirato nel 2002.
Possediamo una incontrastata supremazia tecnologica in questo campo. E’ un vantaggio strategico inestimabile, e per tre decenni la Russia ha cercato di non farcelo sfruttare. Perché rinunciarvi, anche solo in parte?
Per placare Putin, Obama ha già cancellato bruscamente, nel 2009, i sistemi antimissile che i polacchi e i cechi erano disposti a ospitare, a dispetto delle minacce russe. Perché concedere ancora di più?
E’ incomprensibile. Nel tentativo di correggere la sua gaffe, Obama ha posto l’accento sulla sua volontà di “ridurre gli arsenali nucleari” e “ridurre la dipendenza dalle armi atomiche”. Nel qual caso, il suo desiderio dovrebbe essere quello di potenziare le difese anti-missile, piuttosto che indebolirle, smantellarle o svenderle. Più il deterrente nucleare diminuisce il numero delle testate atomiche, più hai bisogno di difese anti missile. Se il tuo obiettivo dichiarato è il disarmo nucleare – e così è per Obama – eliminare le difese è del tutto privo di logica.
Eppure Obama sta dicendo ai russi di non preoccuparsi, che una volta superata “la mia ultima elezione” e ormai sganciato in via definitiva dal giudizio degli elettori, mostrerà “maggiore flessibilità” sulla difesa antimissile. Un’ulteriore passo avanti nella sua amata politica di “reset” verso la Russia.
Ma perché? Il “reset” non ha già fallito abbastanza?
Tracciamo un bilancio. Oltre a cancellare il sistema anti-missile in Polonia e Repubblica Ceca, Obama ha dato ai russi l’accesso al Wto, ha firmato un trattato Start di cui noi non abbiamo bisogno ma i russi sì (le loro armi sono obsolete e vanno deteriorandosi rapidamente), ha prestato una scandalosamente scarsa attenzione alle loro violazioni dei diritti umani e allo smantellamento della democrazia; persino, si è congratulato con Putin per la sua vittoria in un’elezione fasulla.
In cambio di cosa? La Russia ha annacquato o bloccato le sanzioni all’Iran, ha completato il reattore nucleare iraniano di Bushehr, fino a oggi ha fornito a Bashar al-Assad le armi con le quali massacrare il suo popolo (mentre ricostruiva la vecchia base navale dei tempi sovietici nel porto siriano di Tartus), è stata teatro di una campagna elettorale nella quale, in nome di Putin, venivano gridati slogan violentemente antiamericani, ha fatto pressioni sull’Europa dell’est e ha minacciato la Georgia.
Su quale di “tutte queste questioni” – Siria, Iran, Europa dell’est, Georgia, diritti umani – Obama è pronto ad offrire a Putin una flessibilità ancora maggiore, dopo le sue ultime elezioni? Dove altro mostrerà più flessibilità agli avversari degli Stati Uniti? Più aiuti alla Corea del nord? Meno sanzioni all’Iran di quelle decise dal Senato?
Riuscite a immaginarvi la pressione che un Obama rieletto potrebbe esercitare su Israele, l’angoscia che provocherebbe dalla Georgia al Golfo Persico, il nervosismo che susciterebbe nei nostri più leali amici dell’Europa orientale i quali, già abbandonati una volta, si interrogano adesso di quale nuova flessibilità Obama parlerà con Putin – l’uomo secondo il quale “la più grande catastrofe geopolitica del Ventesimo secolo” è stata la perdita dell’impero sovietico da parte della Russia?
Loro non lo sanno. Noi neppure. Non avremmo saputo nulla, non fosse stato per un fuorionda. Solo Putin avrebbe saputo. “Trasmetterò l’informazione a Vladimir”, avrebbe detto Medvedev a Obama.
E avrebbe aggiunto: “Sono con te”. Una bella approvazione, provenendo dal pupazzo di Putin; abbastanza per raggelare amici e alleati, democratici e dissidenti, in tutto il mondo.
Tratto dal Washington Post
Traduzione di Enrico De Simone