Il G20 si spacca sulla “black list” dei paradisi fiscali

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Il G20 si spacca sulla “black list” dei paradisi fiscali

02 Aprile 2009

Tra i leader del G20 riuniti oggi a Londra non è ancora stato raggiunto l’accordo su come affrontare il problema dei "paradisi fiscali" e anche sull’eventuale uso di sanzioni nei confronti dei centri finanziari che mancano di trasparenza a causa delle riserve di alcuni Paesi. E’ quanto assicurano oggi fonti diplomatiche.

Il problema dei "paradisi fiscali" sta particolarmente a cuore di Parigi e Berlino che hanno già detto di voler uscire dal vertice con un risultato concreto su questo punto. Francia e Germania, sostenute anche dal Brasile e da altri paesi, vogliono infatti la pubblicazione della lista, ma molti altri non sono d’accordo. La discussione si concentra su questioni come i criteri in base ai quali deve essere compilata la lista e chi deve procedere alla redazione.

Ad opporsi alla pubblicazione della lista ci sarebbero anche Cina e alcuni Paesi europei. La smentita dei rappresentanti cinesi però non si è fatta aspettare: "La Cina è un Paese responsabile – ha detto il portavoce el Ministero degli Esteri di Pechino – e sostiene gli sforzi internazionali diretti a risolvere questo problema", sempre che in un’eventuale lista non vengano incluse le regioni di Macao e Hong Kong finite sotto accusa per l’insufficiente trasparenza nel settore bancario.

Secondo alcune fonti l’accordo sulla "black list" internazionale potrebbe quindi slittare di qualche mese, arrivando presumibilmente sul tavolo del vertice del G8 della Maddalena. In ogni caso, spiegano fonti diplomatiche, la lista dovrebbe vedere la luce "entro l’anno".

Nel frattempo la prima ad accettare di venire incontro alle richieste della comunità internazionale è stato il Liechtenstein che di recente ha allentato il principio del segreto bancario avviando lo scambio di informazioni in materia fiscale con la Gran Bretagna. Le delegazioni dei due Paesi si sono riunite presso l’ambasciata britannica a Berna, per "raggiungere un accordo sullo scambio di informazioni in materia fiscale e sulla procedura per incoraggiare la conformità fiscale per i clienti britannici" che hanno conti in Liechtenstein, secondo il comunicato.

Entrambi i paesi vogliono raggiungere un accordo sulla doppia imposizione fiscale e si incontreranno di nuovo prima della fine di aprile. "Una rapida conclusione dei negoziati è possibile", ha detto il capo della delegazione del Liechtenstein. Il piccolo principato alpino mira, attraverso i negoziati bilaterali, a conservare una parte del segreto bancario che ha fatto la fortuna del suo settore finanziario, ma allo stesso tempo ha cominciato a fare concessioni ai grandi Paesi europei che lo accusano di consentire ai clienti stranieri di sottrarsi al fisco.