Il gangsta rap islamico, Bello Figo e Milo Yiannopoulos

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Il gangsta rap islamico, Bello Figo e Milo Yiannopoulos

05 Febbraio 2017

Le parole del rapper olandese-marocchino Ismo sono molto chiare sul futuro della integrazione in Europa: “Non credo in nient’altro al di fuori del Corano”, “Odio gli ebrei più dei nazisti”, “Non stringo la mano ai gay”, anzi, ai “flikkers”, in olandese, in inglese “faggots”, termine slang dispregiativo per riferirsi alle persone omossessuali (in italiano si potrebbe tradurre “checche” o “froci”). Il video di debutto di Ismo su YouTube ha avuto quasi 7 milioni di visualizzazioni, in un Paese, l’Olanda, che ha 17 milioni di abitanti. 

E’ ormai evidente che le ingenti risorse economiche che i governi europei hanno speso negli ultimi decenni per integrare le nuove generazioni di musulmani, per il dialogo interreligioso e nella retorica multiculturale, sono state un enorme spreco di soldi e hanno prodotto un risultato fallimentare. Il gansta rap islamico si diffonde tra Olanda, Gran Bretagna, Francia e Germania, una cultura di strada, quella delle nuove generazioni musulmane, imbevuta di jihadismo, suprematismo religioso (Ismo si identifica con l’islam non con i valori del Paese in cui vive), di antisemitismo, di una visione bigotta e violenta contro gli omosessuali e la comunità LGBT. Una cultura che può facilmente essere cooptata dai foreign fighters di ritorno da Siria e Medio Oriente o dai reclutatori di ISIS e Al Qaeda in Rete. 

Di fronte a una situazione del genere, noi italiani possiamo illuderci di vivere problemi di integrazione meno gravi, e dobbiamo vedercela con il rap in italiano da terza elementare di Bello Figo, il ghanese che rivendica la stanza in albergo e il reddito garantito, ma che almeno ha la decenza di cantare “ho paura di Isis” e ammette “non voglio essere ucciso dai terroristi”. Ma ripensando ai versi del sommo poeta Ismo sui “faggots” viene da dire soprattutto un’altra cosa e cioè che, dopo la sbornia buonista e politicamente corretta di questi anni, è arrivato il momento di reagire davvero all’odio che dilaga in Europa verso gay, ebrei e valori occidentali. 

Si capirebbe meglio la decisione presa da milioni di americani di votare per Trump, e si capirebbe meglio Milo Yiannopoulos (nella foto), il trumpista gay e anti-jihadista che ha scoperchiato l’ipocrisia dei campus americani e della sinistra perbenista schierandosi con il Don sullo stop alla immigrazione dai Paesi islamici sponsor del terrorismo. Chiediamoci se gli attivisti e gli studenti di sinistra che contestano Milo nelle università Usa con le barricate e lo champagne molotov hanno davvero capito qual è la posta in gioco. E chiediamoci perché invece di prendersela con gli omofobi, quelli veri, tipo il rapper Ismo, si continua a tacciare di omofobia Trump e i suoi. Come direbbe Milo, #TheFaggotReturns e prima o poi tutti saranno chiamati a scegliere da che parte stare.