Il giro di vite sul tabacco sarebbe una mannaia per filiera ed entrate
15 Novembre 2012
di redazione
La filiera del tabacco è in allarme per l’impostazione che la DG SANCO (Direzione Generale Salute e Consumatori) della Commissione Europea sembra voler dare alla revisione della Direttiva che regolamenta la produzione, presentazione e vendita dei prodotti del tabacco (2001/37/CE). Anche se la bozza di proposta di revisione è in realtà ancora confidenziale, i quotidiani tedeschi Stuttgarter Nachrichten e Die Welt ne sono entrati in possesso, svelandone alcuni contenuti che dimostrano l’intenzione di infliggere un pericoloso giro di vite al settore del tabacco.
Innanzitutto, la DG SANCO propone di portare la superficie dedicata alle avvertenze sanitarie, che oggi occupano in Italia il 30% fronte e 40% retro del pacchetto, al 75% di entrambe le facciate; inoltre, tali avvertenze non saranno più solamente testuali ma descriveranno visivamente gli effetti del fumo tramite immagini shock (c.d. pictorials). A ciò si aggiunge la standardizzazione di dimensione e formato dei pacchetti e delle stesse sigarette, che di fatto porterebbe all’eliminazione di qualsiasi smussatura, bombatura e rilievo sulle confezioni, all’abolizione dei formati di pacchetto con meno di 20 sigarette, dei formati slim e super slim, nonché delle sigarette con filtro color sughero.
Sembra addirittura che nel medio periodo la DG SANCO sia orientata ad introdurre, com’è avvenuto recentemente in Australia, il plain packaging, ossia un pacchetto di colore neutro, con la sola indicazione di marchio e azienda produttrice in un carattere uniforme e senza i loghi distintivi. Nella proposta di revisione si parlerebbe anche del divieto, assoluto o parziale, di esporre i prodotti del tabacco nei punti vendita e di utilizzare alcuni ingredienti.
Le misure al vaglio della DG SANCO non sembrano supportate da evidenze scientifiche che dimostrino la loro efficacia nel ridurre l’incidenza del fumo, quindi nel migliorare la tutela della salute pubblica, che è poi l’obiettivo posto alla base della revisione della Direttiva. Per quanto riguarda pacchetto generico e divieto di esposizione dei prodotti, lo stesso studio di impact assessment realizzato da Rand Corporation su incarico della Commissione Europea nel 2010 riporta che l’introduzione congiunta delle due misure garantirebbe una riduzione addizionale del numero di fumatori dello 0,625% per il 2027, ma ammette anche che il margine di errore delle stime è del 4%. Non sono invece state prodotte evidenze né relativamente all’ampliamento delle avvertenze sanitarie e all’introduzione delle immagini shock, né su una maggiore nocività e attrattività dei prodotti da fumo lavorati con ingredienti.
Oltre a non essere basate su evidenze scientifiche circa l’impatto positivo in termini di tutela della salute e di riduzione del numero di fumatori, misure eccessivamente restrittive rischiano anche di provocare ingenti danni alla filiera legale e alle casse dello Stato.
Innanzitutto, la standardizzazione di prodotto e pacchetto ed il bando di intere categorie di prodotti, come il formato da 10 e le sigarette slim, indurrebbe i consumatori di tali prodotti a rivolgersi al mercato del contrabbando per reperirli, tra l’altro ad un prezzo notevolmente inferiore. Il passaggio al mercato illegale non farebbe che ridurre i volumi legali delle aziende produttrici, che per cercare di rimanere competitive abbandonerebbero il tabacco comunitario per acquistare quello, meno caro, dei Paesi non-UE, con ingenti perdite per i coltivatori europei, di cui 53.000 solo in Italia.
I coltivatori italiani, inoltre, sarebbero ulteriormente danneggiati dal divieto di ingredienti, che renderebbe praticamente inutilizzabile la maggior parte del tabacco nazionale. Le misure al vaglio della DG SANCO, inoltre, avrebbero impatti negativi su tutto il resto degli attori della filiera, dai rivenditori legali (130.000 addetti per circa 53.000 tabaccherie solo in Italia), ai lavoratori dell’industria a quelli della prima trasformazione, ma anche sugli stessi consumatori, in quanto i prodotti contraffatti non sono sottoposti ai controlli obbligatori previsti, invece, per i prodotti genuini.
Oltre alla filiera ed ai consumatori, l’aumento del traffico illecito di prodotti del tabacco danneggerebbe fortemente l’Erario, che solo nel 2010 ha perso ben 485 milioni a titolo di mancate entrate proprio a causa di contrabbando e contraffazione, mentre 165 milioni sono state le perdite per la filiera. Non va dimenticato, infine, che il mercato illecito dei prodotti da fumo è sempre più gestito da organizzazioni criminali internazionali, le quali spesso utilizzano i proventi di questa attività per finanziare traffico di armi, esseri umani, droga, fino al terrorismo, come dichiarato anche dall’Europol.
In sintesi, la proposta di revisione della Direttiva elaborata dalla DG SANCO metterebbe seriamente a repentaglio il settore del tabacco italiano e comunitario, favorendo il mercato illecito e danneggiando la filiera, oltre a generare consistenti danni erariali. L’Unione Europea rischia di scardinare sistemi equilibrati di regolamentazione del fumo come quello dell’Italia, che fino ad oggi ha rappresentato un esempio di best practices, con le sue politiche di graduale aumento della tassazione sui prodotti del tabacco e di dissuasione al fumo, una crescita progressiva delle entrate erariali e, allo stesso tempo, un costante calo del numero dei fumatori.
British American Tobacco Italia sostiene una regolamentazione bilanciata del settore del tabacco; tuttavia, le misure attualmente al vaglio in ambito europeo appaiono basate più su proibizionismo e ideologica lotta al fumo che sulla valutazione della loro efficacia rispetto agli obiettivi di tutela della salute pubblica. Sembrerebbe, ad esempio, orientato in questa direzione il divieto europeo di commercializzare lo Snus, un “tabacco che non si fuma” e che ha consentito di ridurre notevolmente i danni da tabagismo in Svezia, unico Paese europeo in cui ne è consentita la commercializzazione. Nonostante le evidenze scientifiche, tuttavia, la proposta di revisione della Direttiva vuole confermare la sua messa al bando per tutta l’Unione Europea.
Sono le politiche di sensibilizzazione sui rischi associati al consumo di prodotti del tabacco e l’educazione nelle scuole le misure più incisive nella lotta al tabagismo ed al fumo minorile. Il Gruppo BAT è pronto a fare la sua parte, purché venga tutelato il diritto della filiera legale ad operare sul mercato nel pieno rispetto delle normative e della libertà d’impresa e di concorrenza e purché i consumatori adulti, consapevoli dei rischi che corrono consumando prodotti del tabacco, abbiano comunque il diritto di scegliere liberamente se continuare a fumare e, in aggiunta, se passare a prodotti a rischio ridotto.