Il Governo confederale

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Il Governo confederale

01 Febbraio 2007

In un futuro, ormai prossimo, quando i ministri non saranno più
tali, ma ministri “confederali”, quando il Presidente del consiglio dei
Ministri lascerà il passo ad un più consono Presidente “confederale”
forse non ci si domanderà: ma quand’è che è nato il Governo
Confederale?? Sarà la normalità. Poiché nessuna traccia di questa
eventualità istituzionale trova spazio nella nostra Costituzione
spetterà agli storici di domani indagare per dare risposta
all’inquietante quesito. Quello che segue è solo un indizio, a futura
memoria, per coloro, tra gli studiosi della materia, che vorranno
cimentarsi per svelare l’arcano.

Il Governo Confederale è stata la novità introdotta, nella prassi
istituzionale, al tempo del governo di Romano Prodi, il quale per
carenza di sostegni nel mondo della politica decise di costruire la sua
fortuna di governante stringendo il famigerato “patto della camera del
lavoro” con i sindacati confederali per poter contare, se non sulla
politica, almeno sul consenso di un blocco sociale che lo garantisse
dal “fuoco amico”. Correva l’anno 2007 quando in Italia iniziavano a
manifestarsi le prime prove di “governo confederale”, di un governo
che, per la prima volta nella storia repubblicana, si fondava
sull’appoggio più che della politica, su quello delle organizzazioni
sindacali, autentico blocco sociale restio a qualsiasi forma di
mutamento economico e sociale.

Esaminando il memorandum sottoscritto dai sindacati e dal governo di
oggi, gli studiosi di domani, sbalordiranno quando coglieranno in quel
documento che le iniziative di riorganizzazione delle amministrazioni
pubbliche devono essere “concordate in connessione con il rinnovo dei
contratti”, regalando l’organizzazione e il potere di riforma, finora
riserva di legge, alle organizzazioni sindacali; scopriranno come per
frenare il fenomeno del precariato si dica che il ricorso al lavoro
flessibile “potrà avvenire in base a tipologie e limiti individuati
nella contrattazione” collettiva. Si interrogheranno sul
“coinvolgimento delle organizzazioni sindacali in caso di riparto delle
funzioni tra ministeri e amministrazioni”, che oggi è invece attribuito
alla legge.

Esulteranno quando capiranno che grazie all’intuizione di costituire
(il governo) un gruppo di lavoro con i sindacati per “suggerire le
modifiche legislative necessarie” attraverso indirizzi specifici e per
predisporre gli atti di indirizzo per il rinnovo di tutti i contratti
di lavoro è annullare la differenza tra parte datoriale e parte
sindacale, inaugurando esplicitamente e senza ipocrisie un governo
cogestito dell’amministrazione pubblica. Allora capiranno che fu in
quel momento che il sindacato prese in mano il Governo del Paese…