Il Governo critica Hamas ma è pronto ad aiutare i palestinesi di Gaza

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Il Governo critica Hamas ma è pronto ad aiutare i palestinesi di Gaza

07 Gennaio 2009

Il Governo presenta la strategia che intende seguire sul fronte della crisi mediorientale e smaschera il Pd rispondendo alle accuse di "inadeguatezza". I punti della proposta franco-egiziana presentata al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (e sui quali il governo italiano si impegnerà a lavorare per risolvere la grave crisi in corso nella Striscia di Gaza) sono tre: raggiungere una tregua permanente; coordinare un intervento umanitario a sostegno della popolazione palestinese; trasformare il mandato della missione dell’Ue al valico di Rafah coinvolgendo anche le forze dell’Autorità Nazionale Palestinese (Anp) di altri Paesi arabi, della Turchia e delle Nazioni Unite.  Ad annunciarlo è stato il ministro degli Esteri, Franco Frattini, davanti alle Commissioni Esteri di Camera e Senato. Un intervento chiaro e deciso accompagnato dal plauso di tutto il PdL e dalla condanna unanime da parte di maggioranza e opposizione nei confronti di Hamas. "Da parte di Frattini – ha commentato l’onorevole Fiamma Nirenstein (Pdl), esperta di Medio Oriente – è giunta la conferma che il nostro Paese in questa situazione si è comportato molto bene: ha avuto cura sia del problema della sicurezza di Israele sia di quello umanitario nella Striscia di Gaza. La proposta che oggi la Francia sta portando avanti nel Consiglio di Sicurezza è quella che proprio il ministro degli Esteri aveva sviluppato in sintonia con il presidente Sarkozy quando era vicepresidente della Commissione Europea. Questo ci rende ancor più consapevoli del ruolo svolto dall’Italia nel passato più recente e oggi".

Quella odierna è stata insomma l’occasione per conoscere la posizione del governo italiano sulla situazione a Gaza e per mettere a tacere le critiche che in questi giorni erano piovute sull’Esecutivo soprattutto da parte del Pd.

Di circostanza e poco convinte le critiche rivolte all’operato del governo in questa difficile situazione da parte del Pd ed in particolare dal suo leader, Walter Veltroni. Ma chiara e puntuale è stata la difesa del ministro Frattini in merito all’azione dell’Esecutivo. Il capo degli Esteri ha infatti rispedito al mittente le critiche e chiarito che “il governo non è stato preso di sprovvista” visto che i tre punti del piano egiziano “sono i tre punti illustrati il 30 dicembre”. Insomma nessun ritardo da parte italiana sulla crisi su cui, invece, lo stesso Frattini sembra avere le idee chiare: “Hamas non solo ha violato la tregua, ma anche uno dei pilastri del processo di pace, che si fonda sul principio terra in cambio di pace”. In particolare Frattini ha puntato il dito verso “le attività di violenza dei miliziani di Hamas contro Fatah. Uccisioni, gambizzazioni e arresti: questa è un’azione contro il presidente Abu Mazen al quale esprimiamo la nostra solidarietà”. Dal lato operativo, come detto, Frattini ha spiegato che l’Italia si farà promotrice della proposta di “trasformare la missione europea Eubam a Rafah del 2005 in una forza multinazionale di controllo del territorio, cambiando il mandato e inserendo anche soldati dell’Autorità nazionale palestinese”. Un controllo congiunto sulla striscia di Gaza che coinvolga anche gli stessi palestinesi in modo da rendere più sicura la zona: è questo, per Frattini, un punto di partenza  indispensabile per poter giungere ad una tregua permanente tra Israele ed Anp visto che “Israele non potrà mai accettare che nel corridoio tra Gaza e l’Egitto continuino ad arrivare armi”.

Ma l’impegno dell’Italia, come ha assicurato sempre il ministro degli Esteri, sarà anche sul fronte degli aiuti umanitari con la richiesta alle altre nazioni del G8 di istituire “un coordinamento degli aiuti umanitari” per la striscia di Gaza. Coordinamento che sarà anche a livello nazionale e che riguarderà sia gli aiuti statali che regionali. E proprio in questo senso Frattini ha annunciato che lunedì incontrerà i rappresentanti delle Regioni “per definire le modalità” degli aiuti e la lista delle necessità.

Sul fronte opposto invece la discussione imbastita dal Pd non è andata oltre la sterile polemica circa una scarsa adeguatezza del ruolo italiano in questa crisi. In particolare Veltroni ha criticato l’operato dell’Esecutivo: “La nostra voce non si è sentita in modo adeguato – ha detto il leader del Pd – come invece si sono fatte sentire la Francia e la Gran Bretagna, nonostante l’Italia sia la parte più avanzata dell’Europa in quella parte del mondo e possa svolgere una funzione di mediazione per l’amicizia che ci lega a israeliani e palestinesi”. Di inadeguatezza ha parlato anche Massimo D’Alema: “In questo momento non mi pare che l’Italia sia in grado di esercitare un ruolo di primo piano così come quello esercitato da altri paesi – ha detto – Quando eravamo al governo noi con ben altra incisività ci muovemmo per risolvere il conflitto in Libano”.

Critiche che alla fine sono risultate più di maniera che si contenuto e senza molta convinzione. Dal Pdl comunque è giunta la difesa del governo con Daniele Capezzone che ha replicato: “È davvero triste constatare che il Pd guarda ai fatti di Gaza attraverso lenti italiane, anzi attraverso lenti tutte condizionate dal dibattito interno allo stesso Pd. E così oggi Veltroni si è adattato ad attaccare in modo infondato e surreale il ministro Frattini solo per tentare di ‘risolversi’ (almeno per qualche ora) un problema interno al Pd. Se c’e’ quindi una figura davvero inadeguata, si tratta proprio di Veltroni, da oggi autoridottosi a scudiero-replicante di D’Alema”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, che ha precisato: “L’azione del governo italiano è stata del tutto adeguata e per questo le critiche dell’opposizione sono destituite di ogni fondamento”.

Intanto, sempre nel Pdl, si cerca anche di analizzare con lucidità la situazione e di tratteggiare futuri scenari. Così l’onorevole Fiamma Nirenstein (Pdl) esperta di Medio Oriente, se da un lato fa notare che “Israele non voleva fare un attacco di terra ma è stata costretta. E’ stata una scelta strategica inevitabile” dall’altro ammonisce riguardo una nuova occupazione israeliana di Gaza che “sarebbe irragionevole”. "La tregua – continua la Nirenstein – è un’ottima soluzione ma è necessario che siano inserite clausole che garantiscano ad Israele di vivere in pace ed in serenità evitando che Hamas continui con i suoi attacchi e le sue violenze".  E di intervento doveroso di Israele ha parlato anche Fabrizio Cicchitto spiegando che quella che si sta consumando a Gaza è una “tragedia”. Una tragedia, secondo il capogruppo alla Camera del Pdl, con aspetti “paradossali”, come quello per cui “ogni volta che Israele ha fatto un passo indietro lasciando liberi territori come il Libano e poi la striscia di Gaza questi sono stati occupati dai moderati o da movimenti terroristici”. Da qui la considerazione finale:  la situazione di oggi deriva da “errori tragici” da parte delle guide palestinesi precedenti: “E’ l’ottavo anno che missili cadono su Israele e c’è sempre stata insensibilità. Nessuno ha detto niente – ha concluso Cicchitto – Israele è costretta a intervenire: uno stato sovrano bombardato per anni non può non reagire”.