Il Governo non accetti le “nuove regole” della Bundesbank
04 Ottobre 2013
E’ in corso una battaglia campale di proporzioni gigantesche e dal cui esito dipenderà la sopravvivenza del nostro sistema bancario e, a cascata, il costo del nostro debito, e in definitiva il mantenimento del sistema industriale italiano. La posta in gioco è altissima, ma il campo di battaglia sono le stanze della BCE e gli uffici della UE. Le armi non sono fucili e cannoni, ma solo i regolamenti internazionali.
"Le nuove regole" sono l’arma mortale che, se accolte, paralizzeranno il nostri sistema bancario e toglieranno la linfa vitale del credito alle imprese italiane, completandone la catastrofe. Le regole sono subdole, perché la stragrande maggioranza della popolazione, politici compresi, sembra non percepirle a fondo; vengono inserite a piccole dosi, confuse all’interno di "pacchetti regalo" apparentemente perfetti ed eticamente corretti.
Andiamo con ordine: l’attacco ad alzo zero è stato portato da Jens Weidmann, Presidente Bundesbank e membro del direttivo della BCE che lo ha enunciato pubblicamente scrivendo sul Financial Times. Weidman ha detto: "the deadly embrace in which banks with heavy exposure to euro zone sovereign debt need rescuing, needs to be broken" (L’abbraccio mortale in cui sono finite le banche che hanno una pesante esposizione al debito pubblico della zona euro… deve essere spezzato).
Il Presidente della Banca centrale tedesca propone di modificare in senso restrittivo l’attuale regolamentazione: ”l’attuale regolamentazione che assume che i titoli di stato siano attività prive di rischio è stata smentita dai fatti. Ora è cruciale rivedere questa regolamentazione, senza ciò non vedo alcuna strada praticabile per spezzare il legame tra rischio sovrano e rischio bancario”.
Apparentemente un ragionamento perfetto, ma in realtà se la UE/BCE approvasse una regolamentazione restrittiva nel senso indicato da Weidman cadrebbero tutti i pilastri che sostengono i sistemi bancari di molti paesi. Insomma le proposte della Bundesbak sono un’arma letale per molti paesi. Vediamo, semplificando un po’, il perché.
Le banche italiane o spagnole posseggono molti bond nazionali (BTP) e questi assets considerati privi di rischio (in quanto alla scadenza si considera che gli stati emittenti onoreranno il debito) sono parte della riserva delle banche stesse. Draghi (BCE) nella impossibilità di stampare moneta ha organizzato in due fasi successive un piano denominato LTRO per fornire liquidità alle banche UE accogliendo come garanzia, anche e soprattutto, i bond emessi dai paesi UE (Italia, Spagna, eccetera).
La manovra di Draghi (anche se tardiva) ha permesso di mettere in sicurezza le banche UE e tramite le banche, che hanno ricominciato ad acquistare bond italiani e spagnoli, ha ridotto il costo del debito per molti paesi UE. Al contrario, se l’attacco della Bundesbank dovesse sopraffare ogni difesa e le nuove regole di Weidman dovesse esse applicate sul sistema bancario europeo sarebbe una vera Caporetto.
Questo è in sequenza quello che avverrebbe:
1. le Banche dovrebbero vendere parte dei bond detenuti a riserva;
2. le vendite causerebbero immediatamente una perdita di valore dei bond stessi con relativo calo delle rimanenti riserve bancarie (la regola del “Time to Market” appesantirebbe immediatamente i bilanci delle banche);
3. le banche, causa la riduzione del valore delle riserve, sarebbero costrette a fare aumenti di capitale (con conseguente deprezzamento del valore delle banche stesse) e a ridurre ulteriormente il credito a famiglie e imprese;
4. il deprezzamento dei bond renderebbe immediatamente più costoso il rifinanziamento del debito, con conseguente terribile avvio della spirale maggiori interessi da coprire con tagli al bilancio pubblico o più tasse e quindi maggiore disoccupazione. Una spirale senza fine;
5. il valore in borsa delle nostre banche tornerebbe prossimo a zero (come nel 2009 quando ad es. Unicredt dai massimi di 7 euro toccò un valore di circa 0,20 Euro) e sarebbe facilissimo comprarle a sconto magari utilizzando fondi con contratti put differiti (in modo da nascondere il vero acquirente finale).
Chi scrive ricorda che già al momento dell’ultimo aumento di capitale di Unicredit un fondo estero ne comprò in borsa il 5% che ora è parcheggiato in attesa che il vero acquirente si renda visibile. Oggi altre importanti banche (ad es. Mediobanca) sono a forte rischio scalata. Possedere il sistema bancario italiano (lo ricordava il vecchio Cuccia) significa conquistare il risparmio del nostro paese (tuttora uno dei più ingenti del mondo) e dominare le sorti della nostra industria;
6. l’aumento dei tassi interessi affosserebbe qualsiasi speranza di ripresa (1% in più del tasso di interesse vuol dire circa 20 miliardi in più di deficit, altro che IMU e IVA).
Ecco perché conviene parlare di battaglia e di uso di uso delle regole come arma chirurgica, da parte del Presidente della Bundesbank. L’applicazioni di regole apparentemente neutre favorirebbero invece soltanto il sistema tedesco e mettere alle corde paesi come Spagna e Italia con danni gravissimi a tutti noi. Chi governa il paese deve capire qual è l’interesse nazionale, approfondire questi temi e poi avviare trattative durissime a livello comunitario.
A questo deve servire un Governo di larghe intese. Essere in grado di sostenere una trattativa, pardon una "guerra" non dichiarata, sicuri che il fronte interno non ti pugnali alle spalle. Su questo ci deve essere la convergenza dei grandi partiti ma anche delle associazioni imprenditoriali.