Il governo non ha adottato misure di emergenza ma soluzioni durature

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Il governo non ha adottato misure di emergenza ma soluzioni durature

Il governo non ha adottato misure di emergenza ma soluzioni durature

23 Maggio 2008

C’è soddisfazione per come il governo è intervenuto in materia di sicurezza, lo si intuisce dal tono stanco ma risoluto di Alfredo Mantovano, sottosegretario agli Interni, e uno degli uomini di An che più nel passato si è occupato di questi temi: “Non è certamente un piano di emergenza – spiega– ma un piano articolato e complesso che non dà soluzioni tampone ma strutturali”. Ed è una serie di provvedimenti, aggiunge, che “finalmente dà una risposta alle tante voci che si sono levate in questi mesi sui temi della sicurezza in  Italia”.
 
Sì, perché in effetti il pacchetto approvato l’altroieri a Napoli dal CdM, non affronta solo le questioni relative agli immigrati e alle situazioni di emergenza che hanno riempito del pagine dei giornali, ma affronta il problema “sicurezza sociale” almeno sotto cinque profili: in rapporto agli extracomunitari e ai cittadini comunitari; al problema della sicurezza stradale e urbana e alle nuove misure antimafia .
 
La stretta più forte il governo la dà sugli stranieri, con l’introduzione in un disegno di legge del reato di immigrazione clandestina, quello che tanto ha fatto discutere nei giorni scorsi la sinistra (soprattutto dalemiana). Ma l’aspetto più incisivo riguarda gli stranieri che delinquono, siano essi comunitari o extra-comunitari: per loro sono previste espulsioni più semplici, e, nel caso dei cittadini Ue, allontanamenti immediati. “Sulla questione del reato di clandestinità come di altri aspetti affrontati nel pacchetto, molti hanno fatto come Totò: criticato a prescindere – stigmatizza Mantovano – ma forse sarebbe meglio valutare nel dettaglio le disposizioni normative prima di lanciare accuse. E poi c’è sempre il dibattito in aula, che consentirà di approfondire i molti aspetti di una questione così delicata. Su una cosa posso essere chiaro: all’interno della maggioranza non c’è stata, come è stato detto, alcuna aspra polemica per l’introduzione del reato di clandestinità ma una franca discussione tra posizioni diverse. E in ogni caso nessuno si è mai detto contrario per principio”.
 
Ma il pacchetto è molto ampio. Tre decreti legislativi, un disegno di legge e un decreto-legge, e Mantovano non vuole né può circoscriverlo agli immigrati clandestini. Sono previste restrizioni delle misure di ingresso nel territorio italiano, per la richieste di asilo politico,  per i ricongiungimenti familiari. È considerato reato affittare immobili ai clandestini, costringere all’accattonaggio i minori.  Si riducono i tempi di permanenza degli immigrati nei Centri temporanei, “un provvedimento, quest’ultimo – spiega il sottosegretario – che recepisce una direttiva europea”. Si scoraggiano i cosiddetti “matrimoni di convenienza”. Si impone agli stranieri di notificare la presenza sul territorio italiano, senza la quale è previsto l’allontanamento. Si attribuisce più potere ai sindaci e un maggior potere di intervento sul territorio della polizia municipale, “in questo caso – continua Mantovano – recependo una disposizione della passata legislatura concordata dal ministro Amato coi sindaci e con l’Anci, poi rimasta irrealizzata”. Si dà una stretta sulla vendita di merci contraffatte, ma si colpisce anche chi viola il patrimonio urbano. E poi tutta una serie di provvedimenti antimafia che da una parte riducono la discrezionalità dell’iniziativa processuale e dall’altra consentono una confisca più incisiva dei patrimoni dei boss, destinando alle Prefetture, e non più al demanio, i beni oggetto di confisca.
 
“Ma la soddisfazione c’è anche per i tempi”, precisa Mantovano. Basteranno 60 giorni per rendere esecutivi molti dei provvedimenti varati ieri dal Consiglio dei Ministri. “E – sembra quasi un paradosso –  proprio grazie a quell’Europa che tanto ha contestato il governo Berlusconi VI. Il governo ha infatti recepito la delega aperta dell’Ue in materia di immigrazione, che gli ha permesso di far ricorso ad uno strumento legislativo che consente tempi rapidissimi di intervento”. La stessa Europa che tanto ha contestato i metodi italiani in materia di immigrazione? “La stessa che ha consentito anche che un terrorista tunisino venisse in Italia perché il suo paese non tutelava a sufficienza i suoi diritti”.
 
Ma c’è un’altra questione a cui tiene particolarmente il sottosegretario Mantovano. E riguarda il rapporto con l’opposizione. In questo clima di sbandierato dialogo il governo ha davvero trattato il tema della sicurezza come un tema di interesse nazionale, mettendolo cioè al riparo dell’ideologia di una parte politica. “Questo governo sta facendo l’opposto di quello che ha fatto Prodi quando si è insediato. Ha valutato l’operato del governo precedente ed ha recuperato, almeno nel 40 per cento dei casi, le disposizioni avviate nella passata legislatura. Il ministro Maroni ha voluto incontrare prima del CdM Minniti elencandogli le misure previste dal pacchetto, proprio per trovare una convergenza quanto più larga possibile per risolvere un’emergenza del nostro paese. Certo i miglioramenti sono possibili, ma per questo c’è il Parlamento a dare risposte definitive”.