Il Governo Prodi come il partito cesariano dopo la morte di Cesrae

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Il Governo Prodi come il partito cesariano dopo la morte di Cesrae

13 Luglio 2007

Lo spettacolo a cui il governo Prodi ci fa assistere da mesi al Senato ripete in farsa  una delle peggiori fasi della repubblica romana, con l’Unione consumata dalle lotte interne dei suoi oligarchi e dei loro clientes, un po’ come il partito cesariano dopo la morte di Cesare. 

Veltroni e i veltronians vogliono la testa di Prodi, i rutelliani vogliono quella di Walter, la sinistra radicale vuole quella di entrambi, Mastella minaccia il ritiro delle truppe del Sannio. La storia si ripete sempre in farsa. Scattano le faide: Repubblica sbatte subito in cronaca Donatella Dini per la quale  il pm ha richiesto una condanna a quattro anni. Tra queste macchiette alla Petrolini il divo Giulio ha una sua solennità.

Non è morto Cesare, è caduto da quasi vent’anni il muro di Berlino e ancora tenta di sopravvivere la prima repubblica, che davvero aveva poco da spartire con quella dell’antica Roma.

La repubblica romana è un esempio del “vivere civile e libero”, il modello che Machiavelli indicò alle repubbliche italiane scosse da fazioni e antagonismi irriducibili, un paradigma politico che Machiavelli con i Discorsi  veicolò in Inghilterra, dove la storia di Roma era una passione e un’ossessione. Secondo Quentin Skinner è a Roma che nascono i valori della libertà individuale e della virtù civile e lo stesso pensiero di Rousseau, il fondatore della democrazia moderna, deve molto, come è noto,  a Machiavelli e alla sua riflessione sulla storia romana.

La repubblica romana e le sue istituzioni (si pensi alle assemblee popolari che avevano anche la funzione di eleggere i magistrati) è uno dei pilastri del repubblicanesimo dell’Occidente. Anche nella fondazione degli Stati Uniti, Machiavelli ebbe un ruolo fondamentale, tanto da provocare le più interessanti discussioni politiche degli ultimi decenni. Anche La Stampa si accorge oggi che la nostra democrazia non  è stata fondata nel 1945 nel modo migliore e certo non nel più virtuoso. Non è nata da un patto tra cittadini, ma da un paese vinto ancora incapace nel 2007 di affrontare il passato e il futuro.

Lo spettacolo di questi ultimi mesi in Senato chissà quanto durerà e lo abbiamo già visto tante altre volte, è la nostra storia, più una storia provinciale da basso impero che storia repubblicana.