Il governo vara la fase due e investe sul rilancio del Mezzogiorno
10 Febbraio 2011
Sono più o meno sette ore di viaggio in treno quelle che separano Roma da Reggio Calabria. E Giulio Tremonti, nel giorno in cui il Consiglio dei Ministri approvava l’attuazione del Piano per il Sud, voleva rendersi conto di persona cosa significasse affrontare un viaggio del genere da normale cittadino. Così, dismessi i panni formali del ministro e indossato lo zainetto, il titolare del Tesoro è salito su un Intercity in compagnia dei leader di Cisl e Uil, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. Direzione: ‘profondo Sud’.
Un tragitto che, passando per Napoli e Lamezia Terme, ha portato i tre compagni di viaggio nel capoluogo reggino dove stamattina prenderanno un autobus per il rientro nella Capitale. Lo scopo del viaggio? Verificare le reali condizioni delle ferrovie e delle autostrade in un’area del Paese al centro di accese polemiche dovute a precarie condizioni di viaggio e interminabili lavori di ristrutturazione dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria.
E’ un test, dicono, per verificare l’efficienza delle infrastrutture viarie del Mezzogiorno. Ma, naturalmente, c’è anche un significato simbolico. Soprattutto se si considera che i tempi per l’approvazione definitiva del Piano per il Sud stringono e la road map del provvedimento, come ha comunicato il ministro delle Politiche regionali Raffaele Fitto, è già fissata: entro febbraio chiusura della discussione con la Commissione europea per accelerare la spesa dei fondi comunitari e termine del confronto con le regioni; dal 1 marzo approvazione delle delibere Cipe sui programmi nazionali e regionali; alla fine di aprile giungere alla sottoscrizione del contratto istituzionale per lo sviluppo all’interno del quale dare concreta attuazione al Piano.
Questo è soltanto uno dei provvedimenti sul quale si incentra il pacchetto anti crisi rilanciato dal governo. Eppure, è un nodo centrale, perché dalla spinta all’economia del Sud dipende il rilancio di quella dell’intero Paese. Una questione messa in evidenza dal vicepresidente della Commissione Bilancio alla Camera Giuseppe Marinello (Pdl), secondo il quale “il meridione non può essere più considerato il mercato delle regioni settentrionali”. E il viaggio di Tremonti, Bonanni e Angeletti dimostra quanto la ripresa del Sud sia un tema cardine dell’azione di governo.
Non ne è affatto convinto il responsabile trasporti del Pd Matteo Mauri, secondo il quale le “sforbiciate” di Tremonti sono la reale causa dei disservizi subiti ogni giorno da milioni di pendolari. Lapidaria invece Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, alla quale il viaggio in treno di tremonti ha fatto venire “tristezza”.
Per Emma Marcegaglia il giudizio di Confindustria è momentaneamente “sospeso” e sarà del tutto positivo “se entro una settimana verrà approvato il pacchetto sulle semplificazioni”. Secondo la presidente di Confindustria, con alcune modifiche a quel pacchetto si potrebbe facilitare l’apertura di molti cantieri. Le misure per semplificare le procedure nell’edilizia fanno parte del cosiddetto ‘Piano casa’ sono state infatti annunciate da Calderoli in Consiglio dei ministri che ha garantito la semplificazione delle procedure in materia di appalti, di contenziosi che bloccano le grandi opere e di interventi in edilizia pubblica e privata. Per quello che riguarda le modifiche costituzionali il leader di Confindustria ha invece specificato che "sono iniziative che aprono processi che dal nostro punto di vista hanno un impatto immediato piuttosto limitato".
Ma per Berlusconi la modifica dei tre articoli della Costituzione è di vitale importanza per l’economia del Paese. Il 41 (sulla libera iniziativa economica), il 97 (sulla pubblica amministrazione) e il 118 (sull’assegnazione delle funzioni amministrative sulla base dei principi di sussidiarietà). Lo confermano anche i ministri Sacconi (Lavoro) e Brunetta (Pubblica amministrazione): per il primo la modifica dell’articolo 41 è “una riforma storica” con la quale si afferma che per l’impresa "è consentito tutto ciò che non è esplicitamente vietato, ma anche l’idea per cui di norma il controllo è successivo e non più preventivo”; per il secondo con la riforma dell’art.97 viene sancito il principio che “lo Stato è al servizio dei cittadini e non i cittadini al servizio dello Stato”.
Insomma, nel piano di sviluppo, i segnali d’apertura verso una rottura con il passato ci sono. Ma nonostante i giudizi positivi da parte del governo, la strada per il rilancio dell’economia col volano delle liberalizzazioni non sarà facile da percorrere. Proprio sulle liberalizzazioni il leader democrat Pierluigi Bersani ha lanciato la sfida con 41 proposte alternative in materia di professioni, concorrenza nel mercato dei carburanti e dell’energia, trasporti e semplificazioni per le imprese: un pacchetto contenente ddl già presentati che potrebbero inaugurare l’ennesima muro contro muro tra maggioranza e opposizioni in parlamento.