Il “gruzzoletto” di Tremonti tra risorse già stanziate e proposte di risparmio
09 Marzo 2009
Un nuovo intervento sul sistema pensionistico che affrontasse – per tutto il mondo del lavoro dipendente ed indipendente – alcuni nodi tuttora irrisolti (come l’elevazione dell’età pensionabile di vecchiaia delle lavoratrici) e rendesse più rigorose le regole del trattamento d’anzianità (combinando un blocco temporaneo delle finestre con una revisione del marchingegno "quote+scalini"), potrebbe aprire una concreta prospettiva ad un riordino degli ammortizzatori sociali in grado di ricomprendere i lavoratori ora privi di ogni tutela.
Ma le misure evocate (che recherebbero – su base annua – risparmi per 3,4 miliardi) non sono – purtroppo – nell’agenda del Governo, eccezion fatta – grazie alla sentenza dell’Alta Corte di Giustizia – per l’equiparazione, tra uomini e donne, dell’età di vecchiaia nel pubblico impiego.
Intanto è scoppiato il caso dell’assegno mensile di disoccupazione ai precari: un’idea che il Pd ha lanciato con una buona dose d’improvvisazione e che la maggioranza ha respinto con eccessiva fretta. Ad onor del vero il Governo non è stato inerte nei confronti della crisi. Basti pensare agli stanziamenti per la cassa integrazione in deroga, il cui ammontare, su base annua, è pari a dieci volte l’importo stanziato per il 2008. Va da sé che queste risorse – nel momento in cui i grafici della cigo e della cigs subiscono delle impennate paurose – non possono essere distolte a favore della disoccupazione, trattandosi di prestazioni caratterizzate da finalità completamente diverse e che intervengono in situazioni ugualmente differenti.
Il Governo, poi, nel decreto anticrisi, ha individuato, tra le altre, un primo abbozzo di protezione a valere, nel triennio, per i collaboratori in condizione di monocommittenza. Una forma di tutela invero modesta ed erogata "una tantum", ma che potrebbe essere migliorata o quanto meno divenire meno precaria. Ciò senza scomodare insidiose – ma inevitabili – riforme o affidarsi ad una rituale ed improbabile "lotta all’evasione". Per triplicare l’attuale fabbisogno di circa 300 milioni l’anno basterebbe agire in tre direzioni: due nell’ambito della Gestione separata presso l’Inps (dove sono iscritti i c.d. lavoratori parasubordinati); la terza spulciando tra i conti della legge n.247/2007 (il provvedimento che ha recepito il protocollo del luglio di quello stesso anno). Quanto alla Gestione separata, in una visione solidaristica all’interno della stessa categoria, si potrebbe anticipare all’anno in corso un incremento dell’aliquota contributiva pari alla metà di quanto previsto per il 2010 (i collaboratori passerebbero, così, al 25,5% da subito più lo 0,72% per le altre voci), destinando le risorse aggiuntive al pacchetto disoccupazione.
Per implementare il gettito si potrebbero elevare, dall’attuale 17% al 20%, le aliquote delle altre categorie di iscritti alla gestione (i pensionati che continuano a lavorare con un rapporto di collaborazione e le persone coperte da altro regime di previdenza obbligatoria). La combinazione di queste misure darebbe, da subito, un gettito di altri 300-350 milioni.
Infine, nell’ambito della legge n.247 del 2007, vi sono risorse stanziate – per i lavori usuranti, ad esempio – che non sono state spese. Si tratta anche in questo caso di circa 300 milioni. In sostanza, tra le somme già stanziate e quelle proposte si arriverebbe, già nel 2009, a disporre di circa 900 milioni di euro. Che sia questo il "gruzzoletto" annunciato da Giulio Tremonti?