Il Guardian su Regeni smaschera il governo Renzi
19 Giugno 2016
Il giornale britannico Guardian, di ispirazione progressista, chiama in causa il governo italiano sul caso Regeni. Nell’articolo del quotidiano, viene citato un tweet inviato nei giorni scorsi dal nostro viceministro degli esteri, Mario Giro, nel quale si criticava la mancanza di cooperazione della università di Cambridge nel fornire informazioni agli inquirenti italiani.
Il Guardian ci va giù duro. Secondo il giornale inglese il nostro esecutivo vive la vicenda Cambridge come una delle tante “frustrazioni” sul caso Regeni. Al momento, sempre per il Guardian, il governo Renzi si trova “sotto pressione” dei familiari della vittima, davanti a un “compito politico difficile”, cioè far coincidere gli interessi della “realpolitik” (virgolettato del Guardian) con le attese dei genitori di Regeni. Tanti gli interessi che legano Roma al Cairo, sottolinea il giornale, dall’economia alla sicurezza, e che già bastano ad alimentare le “tensioni” tra i due Stati.
Insomma, se interpretiamo correttamente il pezzo, il Guardian tira in ballo il viceministro Giro, scrive che sul caso Regeni il governo Renzi è prigioniero del suo ‘conflitto di interessi’ con l’Egitto, e fa trasparire, non troppo velatamente, le difficoltà che ha l’esecutivo dopo aver cavalcato le (ripetiamo, legittime) denunce dei familiari di Regeni contro il Cairo. Morale neanche troppo intrinseca del pezzo: vuoi vedere che questi italiani stanno cercando di scaricare su Cambridge i loro problemi interni?
L’articolo si chiude citando fonti della università inglese, che confermano quanto già sapevamo – Cambridge insiste nel dire di non aver ricevuto richieste formali dai giudici italiani e si dice pronta a reagire velocemente se arrivassero – con una novità: sembra che un membro del personale accademico sia stato sentito dalla polizia italiana e che starebbe preparando una memoria per gli inquirenti. Della serie, attenti italiani, che dopo aver reso incandescenti le relazioni diplomatiche col Cairo rischiate di bruciare anche quelle con Londra.